Una
bella "Intro" enigmatica e beffarda ci inizia al polveroso
sound degli italici Zippo, band a proposito della quale lessi positive
note a margine di una breve relazione pubblicata su di un magazine
alcuni mesi or sono. Attese che, una volta tanto, vengono puntualmente
confermate, in quanto "Ode to maximum" è proprio
un bel disco!
"Tsunami dust", primo brano effettivo del cerchietto argentato
mette immediatamente a fuoco l'obiettivo che i suoi estensori vogliono
cogliere. Sarà per il caldo canicolare che opprime questi giorni
trascorsi ad analizzare le canzoni che lo compongono (quasi quasi
sapete che faccio? Me ne tengo un pochino da parte per l'inverno,
chissà mai che funzioni!), che può avermi condizionato,
appunto trasportandomi idealmente in lande desolate e bruciate da
questo sole malato, ma la genialoide "S.N.A.P.R.S.T." nulla
ha da invidiare a QOTSA e figliastri, essendo allo stesso tempo intrisa
di ironia compositiva e di tremenda efficacia esecutiva. Accompagnando
furia con un ghigno sardonico, gli Zippo sanno evitare con cura l'eccesso
di seriosità che tarma troppi loro colleghi. Con "Forgotten
season" si torna a battere sentieri più classici, i due
chitarristi (Lord Inglese e Sergente, bei nomi! Ma non da meno fanno
gli altri: Stonino al basso e Wampraccio alla batteria, l'unico normale
è il cantante Dave, ma costui non scherza quando trattasi di
usare la sua voce vetriolitica) si danno un gran da fare, ben sorretti
dalla sezione ritmica: un impasto eccellente che mette in mostra i
muscoli ma pure una non indifferente attitudine creativa. Bene bene...
"Night jam" musica notti solinghe trascorse davanti ad uno
stentato fuoco, nel silenzio che opprime la vastità incommensurabile
della distesa di sabbia e rocce. Un brano dal forte impatto ambient
e... notturno, ove i nostri paiono voler viaggiare, e farci viaggiare,
sospesi a mezz'aria, sotto di noi il deserto coi suoi spazi immensi,
sopra di noi il cielo striato di mille sfumature di blu. Ci ridesta
l'hardeggiante "Kid in the desert", un bel moloch di inscalfibile
potenza, ove Dave può distendere la sua voce a proprio gusto,
tra brevi rallentamenti e repentine accelerazioni. Ma non è
finita qui, perchè alla fine mancano ancora delizie da gustare.
Come le lunghe "Crazy forest", otto minutieseisecondi di
ciondolante follia psichedelica, la pachidermica "The elephant
march" (che di durata fa sette primi ed undici), già presente
sul CD2 di "Desert.Sound", la bella collection curata da
Perkele.it, o come "Tukai's fury", dal testo rabbiosissimo.
Ecco una band che dimostra, per l'ennesima volta, quanto il sottosuolo
italiano sia ricco di humus del quale insiemi coraggiosi e dotati
possono giuovarsi, peccato che pochi se ne accorgano! Ah!, l'esterofilia,
malattia perniciosissima! Facciamoli uscire dalle cantine, che diamine!
O vogliamo continuar a celebrare l'ennesimo foresto, magari ben scarso,
solo perchè proviene d'Oltralpe? Bravi Zippo, continuate così!
Noi di Rock Impressions siamo dalla vostra parte! AM
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