Il trio Zita Ensemble con “Volume 2”, malgrado il titolo,
giunge alla terza fatica da studio. Luca Vicenzi (chitarre), Marco
Fortuna (basso) e Fabio Gatti (batteria), sono coloro che ci accompagnano
in questo tour sonoro fatto di lisergia, Jazz e molto altro. “Volume
1” e “Quintet Session” furono dei buoni album, ma
questo sembra possedere una marcia in più, senza meno in ambito
produttivo. Composto da sette brani, fra i quali spuntano tre suite,
“Volume 2” si lascia ascoltare tutto di un fiato e la
durata biblica di settantatre minuti sembra essere ridimensionata
dall’ascolto.
La lezione degli anni ’70 impartita dai maestri dell’improvvisazione,
siano essi italiani che stranieri, è stata recepita. I Zita
Ensemble godono tuttavia di forte personalità e l’iniziale
“Don’t You Me Sex You Fuckin’ Marine?” ci
presenta subito un gruppo coeso ed elettrico. Con “Investigation”
ci addentriamo nella prima suite, un pezzo altamente lisergico, molto
vicino al mondo dei primi Pink Floyd e non solo. Il suono è
denso, caldo, coinvolgente nel crescendo, salvo squarciarsi di tanto
in tanto nelle melodie di chitarra. La ritmica merita davvero un elogio
a parte. Musica il quale tempo non ha saputo scalfire, suoni Jazz
perfettamente sciolti nel Rock. Il brano più lungo di “Volume
2” si intitola “Suite 3” ed è una lezione
di sensibilità. In esso c’è tutto ciò che
un ascoltatore di Progressive e Jazz vorrebbe sempre ascoltare. Ovviamente
sto parlando di cambi di ritmo, umorali ed effetti che, come il genere
ci insegna, non guastano mai messi a piccole dosi. Importante nel
disco anche il lavoro di Francesco Agostoni, come manipolatore del
suono, fra piano, sintetizzatori, organi e quant’altro. In questa
suite, invece ai sintetizzatori troviamo Luca Zandonini. “Chi
Illuminerà Questo Grande Buio?”, si chiedono i nostri
artisti e lo fanno con un Blues che riscalda, proprio come un auspicio
al tepore, almeno di una fioca luce che tanto basta a scaldarci dentro.
Con “Adagio- Riduzione Psichedelica Per Band” si fluttua
in suoni astratti, stile “Metanoia” dei Porcupine Tree
e scusatemi se è poco. E’ poi la volta della terza suite,
“Nella Notte Del Mare Profondo”, un titolo una realtà.
Qui tornano i Zita Ensemble più canonici, sempre rivolti con
lo sguardo verso gli anni ’70 ed a una band come gli Area. Non
si può che applaudire a chi soffia sulla cenere per alimentare
sempre la brace. Chiude “Una Folle Folle Corsa?” con otto
minuti di musica introversa ed immaginifica.
Non voglio sbilanciarmi troppo, in quanto sono consapevole che questo
è il mio territorio musicale ed emotivo, per cui potrei fuorviare
molti di voi che non sono avvezzi a queste sonorità (chiamiamole
così) sperimentali, per cui mi limito semplicemente a considerare
“Volume 2” un disco strumentale di buona fattura, ma che
sono comunque convinto vi conquisterà. MS
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