Nel
nostro sud ci sono delle belle realtà musicali che stanno emergendo
ed è con grande piacere che vi parlo dei calabresi Zona Briganti,
formati nel 2005 e che hanno già riscosso importanti consensi
sia nazionali che internazionali, dimostrando di essere una delle
realtà più interessanti del nostrano folk rock. Non
voglio soffermarmi troppo sui dettagli del loro curriculum, che vi
invito a visionare nei loro siti che trovate in calce alla recensione,
ma voglio passare subito alla loro musica, che mi ha letteralmente
stregato. Mi limito a segnalare l’importante amicizia che lega
questi artisti ad Eugenio Bennato, che per me rappresenta la più
bella testimonianza del folk rock del nostro meridione, un artista
musicalmente completo e sempre affascinante.
Ritmu Novu è la terza produzione discografica del gruppo, anche
se credo sia il primo vero album ufficiale, il loro stile è
un mix di Tarantella, Dub (una versione ritmata del reggae) e il Rock,
il cantato è venato di accento locale, non troppo stretto e
sempre facilmente comprensibile. Il sound di questi musicisti è
fresco e contagioso, la tradizione è mediata da sonorità
contemporanee, che rendono il rigore del folk accessibile ad un vasto
pubblico. Il primo brano ha un sapore quasi medievale, un delicato
arpeggio di chitarra ci introduce in una danza popolare particolarmente
delicata e molto elegante, il testo è felicemente poetico e
ci strappa subito un sorriso, questa musica è davvero carica
di energia positiva. “Mata e Grifone” è più
rock, con delle chitarre moderatamente distorte, ci sono molte influenze,
un ritmo dub e suoni nostrani, la storia parla di cavalieri normanni
e di saraceni, un brano epico ricco di riferimenti culturali. “Brunetta”
è una storia d’amore, belle le parole, il ritmo è
festoso ed ha sapore di feste attorno ad un fuoco, non sorprende che
metta in corpo una sana voglia di danzare. “Il Volto dell’Ecuador”
probabilmente è nata dall’esperienza che la band ha fatto
in quella terra in cui si sono esibiti, le movenze sono molto reggae,
anche se non mancano sapori propriamente folk, che bel mix. “Ritmu
Novu” è un manifesto sonoro, un brano meno festoso e
più graffiante, che racchiude tutte le intenzioni culturali
di questi musicisti, Tarantella, Reggae, Rock e anche influenze arabe
sono mischiati ad un profondo orgoglio calabro, una testimonianza
importante, un momento di cultura che dimostra come in una terra difficile
come quella clabrese ci sia chi vuole costruire un nuovo futuro. “Re
Niliu” ha una profonda delicatezza, che sfocia in ritmi latini,
quasi gitani. “Condottiero Senza Ragione” parla ancora
di orgoglio meridionale, una tarantella piacevolmente fiera. Molto
intensa e poetica “Con un’Ala Sola”. Buono il rock
di “Gigantaru”, ma molto più intensa è la
ballata a sfondo religioso “Malarazza” dedicata a Domenico
Modugno, che appare come un pianto popolare contro le profonde ingiustizie,
ma è anche un invito a ribellarsi. Chiude l’album la
malinconica “Spagna”, che non aggiunge molto a quanto
già espresso.
C’è molta varietà nei brani di questa band, ma
ogni canzone ha una profonda coesione, che cementa tutto il disco
ed è il profondo intento culturale sottostante.Tra le mani
abbiamo il perfetto esempio di quello che vado affermando da tempo
e in diverse occasioni, più volte ho indicato come la via Italiana
al Rock debba cercare un legame saldo con le nostre tradizioni, smettendo
di inseguire sempre modelli stranieri. Unico neo la scelta grafica,
interna al booklet, purtroppo le scritte sono quasi illegibili e questo
è un vero peccato, perché i testi meritano di essere
letti. I Zona Briganti ci hanno dimostrato, con un linguaggio felice
ed accessibile a tutti, che questa via esiste. Bravi! GB
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