Fabio Zuffanti, figura esponenziale per il panorama Progressivo italiano,
compie venti anni di attività. Tante ne ha passate di storie
ed altrettante di collaborazioni, a partire dai Finisterre e poi Aries,
Hostsonaten, Lazona, L’Ombra Della Sera, Merlin-The Rock Opera,
Quadraphonic, Rhomer, R.U.G.H.E. , La Maschera Di Cera, che potremmo
scriverne un libro! Ed oggi eccolo a noi con il sesto suggello da
studio come solista.
“La Quarta Vittima” è il sunto stilistico di una
carriera, pur sempre realizzato in chiave moderna, dove in esso si
intersecano le influenze passate negli anni e soprattutto si evince
una maturazione professionale come pochi altri interpreti nostrani
hanno saputo dimostrare nel tempo.
Si tratta di un concept album, basato sul libro di racconti gotico
surreali “Lo Specchio Nello Specchio”. Tuttavia nell’album
le canzoni non sono contigue anche se qualcosa di misterioso sembra
tenerle legate, la stessa magia e continuità che Peter Hammill
sapeva dare con i suoi Van Der Graaf Generator. Un insieme d’
influenze e generi che si danno staffetta con grande indifferenza,
tanto da sembrare in effetti una sola creatura, ma così non
è, si trovano Psichedelia, Dark Prog, Hard Rock, Jazz, Elettronica
ed altro ancora che lascio a voi scoprire.
Si comincia con una fuga fra le stanze vuote di un palazzo labirinto,
“Non Posso Parlare Più Forte” è questo,
una corsa disperata sulle ali di un flauto che sospinge il movimento
e una maestosità cupa degna dei Goblin impegnati in altri più
terrificanti contesti. Mini suite emozionante già al primo
ascolto, con tutti gli ingredienti per un Prog fans, Mellotron compreso.
Sensazioni e flashback si presentano sopra il solo di chitarra di
Laura Marsano, Psichedelia di Pinkfloydiana memoria. E gli amanti
della band di Waters e soci, hanno di che gioire anche nella successiva
“La Certezza Impossibile”, con un altro assolo di chitarra
semplicemente da pelle d’oca!
Molti i musicisti che si alternano all’interno dell’opera,
alcuni anche noti, come il fido Luca Scherani (vibrafono) ed Alberto
Tafuri (tastiere) anche produttore di musica Pop italiana e vocal
coach di Elio nelle ultime edizioni di X Factor. Il brano si svolge
anch’esso in una tematica dalla base oscura e sognante.
Ma ecco a questo punto il Zuffanti che non ti aspetti, “L’Interno
Di Un Volto” sfocia persino in ambito Metal, qui l’artista
mostra i muscoli pur rimanendo dentro i binari umorali in una sorta
di mix fra Orme e Van Der Graaf Generator.
Segue “La Quarta Vittima”, Jazz Rock impreziosito da fiati
e tutto questo fa pensare inevitabilmente ad uno stile Frank Zappa.
Così è, ma soprattutto godibile l’intro del flauto
di Gian Marco “Pantera” Pietrasanta. Canzone più
ricercata nel contesto, direi più coraggiosa in ambito Progressivo.
Con “Sotto Un Cielo Nero”, in una nera città senza
vita, un pianoforte impazzito fa da base ad un movimento sonoro in
crescendo dalla base Jazz Rock. Imponenti gli interventi di tastiere.
Ne “Il Circo Brucia” i riferimenti Van Der Graaf Generator
si accumulano, miscelandosi con soluzioni di Crimsoniana memoria.
Si chiude con sofficità grazie a “Una Sera D’Inverno”,
il titolo già fotografa le sensazioni che si hanno all’ascolto
e si vola verso le stelle con il sound tipico dei migliori Pink Floyd.
Un album a cui è quasi impossibile trovare un difetto, dove
dentro si trova l’anima odierna dell’artista Zuffanti,
a questo punto vero e proprio patrimonio nazionale. Consigliatissimo,
soprattutto ai fans delle band citate nella recensione. MS
Libri: Ma Che Musica Suoni?
Interviste: 2014
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