Abbiamo già incontrato gli Abramis Brama in un paio di occasioni e quindi si potrebbe pensare che l’effetto sorpresa possa essere svanito… niente di più sbagliato, perché questo nuovo disco di questa band è davvero entusiasmante. La lavorazione dell’album è durata circa quattro anni (si sa che le band svedesi non hanno fretta e che non seguono pruriti commerciali), interrotti dalla pubblicazione del live uscito nel 2007, ma in realtà i brani sono stati composti in un arco temporale di circa dodici anni, un lungo periodo in cui questi pezzi sono cresciuti e si sono strutturati nella forma che ora abbiamo la possibilità di apprezzare e sono davvero scintille.

Il primo brano ovviamente parte in quinta, col suo blues superamplificato, come nella migliore tradizione hard rock instaurata da band immortali come Cream, Mountain e seguaci, un brano molto anthemico. Più cadenzata è “Sista Morgonljuset”, che richiama alla memoria i primi e indimenticabili Black Sabbath, una rievocazione da brividi, il finale poi volge verso un hard prog. La title track è un bel pugno nello stomaco, un brano diretto e senza fronzoli, da ascoltare a volume alto. Con “N.E.J.” c’è spazio anche per del blues acustico con tinte folk e con un ospite femminile alla voce, questa è classe e mi vengono in mente anche i Badlands, una band sfortunata ma che ho amato parecchio. Una breve pausa di serenità bucolica che si interrompe subito con l’arrivo della corrosiva “Langsamt”, che brucia. Ma tutto il disco è su questi livelli e davvero non ci sono momenti deboli.

Gli Abramis Brama (buffo nome di un pesce) sono una band coriacea, che fa musica forte, uno di quei gruppi che sono perfettamente tagliati per quello che fanno, una band molto vintage se volete e che chiede attenzione, fidatevi, la meritano tutta! GB

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