Il duo composto dai talentuosi fratelli Ryusuke e Source Adachi (il
secondo fa parte anche degli Ausia), due supervirtuosi della chitarra,
ha dato alle stampe il seguito del sorprendente debutto omonimo, uscito
nel 2003. La formula nel frattempo non è cambiata, undici brani
acustici per due chitarre con una serie interminabile di virtuosismi
ai limiti delle umane possibilità.
Facile pensare a paragoni con grandi chitarristi come il trio Di Meola,
De Lucia e MacLaughlin o i più recenti California Guitar Trio,
ma non è giusto fare dei paragoni quando si è di fronte
ad artisti di così grande talento. Ora non bisogna pensare
però che questo disco sia un prodotto destinato esclusivamente
agli amanti dei virtuosismi spericolati, perché la bravura
e l’arte sono linguaggi comprensibili anche per chi non è
particolarmente esperto e i fratelli Adachi riescono a colpire al
cuore chi li ascolta. Ovviamente serve un minimo di predisposizione,
perché qui troviamo solo due chitarre acustiche e pochissimo
cantato, ma ne vale la pena.
Nella set list troviamo un paio di cover, una è “Wond’ring
Aloud” firmata da Ian Anderson, un’artista che già
i nostri avevano omaggiato nel debutto, l’altra è “Change
Meeting” di Brian Ferry. Questo per dimostrare l’amore
dei nostri per la musica prog e rock occidentale, infatti nel loro
stile si sente questo amore per il prog che trascende i confini di
un genere chitarristico per addetti ai lavori.
Xianshi è un disco da amare e custodire gelosamente nella propria
discografia, sia per un ascolto meditativo, che anche per il puro
piacere di ascoltare cosa si può fare con due semplici chitarre
acustiche. GB
Altre recensioni: Adachi Kyodai
Interviste: 2006
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