| Sull’onda del ritorno in voga del Progressive Rock, oggi si 
            organizzano sempre più manifestazioni e festival al riguardo, 
            la brace sotto la cenere è sempre calda. Non a caso ritorna 
            anche la storica casa discografica Cramps, colei che negli anni ’70 
            ha saputo costudire i tesori di gruppi e cantautori fuori dalle regole, 
            intrisi di cultura. Chi non ricorda Eugenio Finardi, Arti & Mestieri, 
            Area e moltissimi altri ancora, e a proposito di Jazz Prog la scuderia 
            riaprendo oggi, accoglie fra le fila i storici marchigiani Agorà.
 
 Fra le numerose manifestazioni relegate al genere c’è 
            “Progressivamente Festival” al Live Club di Roma, organizzato 
            dal grande guru del Prog Guido Bellachioma, anche direttore della 
            rivista “Prog”. L’incontro con Renato Gasparini 
            (chitarre) è galeotto, gli Agorà incarnano lo spirito 
            positivo degli anni ’70, il connubio Jazz, Prog e mediterraneità 
            fanno della loro musica un tassello che non può mancare in 
            questa grande manifestazione che poi si svolgerà il 20 settembre 
            del 2015.
 In questi ultimi anni gli Agorà hanno sempre suonato assieme, 
            e a parte i due storici “Live in Montreux” (1975 - Atlantic 
            Records) ed “Agorà 2 (1976 - Atlantic Records), nel 2013 
            tornano con l’affascinante “Ichinen” (Aerostella). 
            La formazione ad oggi oltre a Gasparini vede nelle file il sempre 
            presente Ovidio Urbani (sax soprano e contralto), il pluripremiato 
            batterista Jazz italiano Massimo Manzi (batteria), Lucio Cesari (basso), 
            Gabriele Possenti (chitarra acustica) e Gianni Pieri (violoncello).
 
 L’esperienza che vanno ad affrontare a Roma in questo live è 
            impreziosita da due notevoli special guest, e qui mi riallaccio alla 
            Cramps quando nomino il tastierista degli Area, Patrizio Fariselli, 
            mentre a seguire c’è il maestro e compositore Marco Agostinelli, 
            anche presidente di Fabriano Pro Musica.
 
 Quello che vado subito a riscontrare all’ascolto sia vinilico 
            che digitale di “Bombook” è la notevole qualità 
            sonora, quando la professionalità finalmente fa la voce grande 
            anche in Italia. Questo spesso è territorio di addetti ai lavori 
            giapponesi, il che è tutto un dire.
 
 Il live ripercorre un poco la storia musicale della band, anche se 
            con nuovi arrangiamenti e quindi in una nuova veste, tuttavia non 
            mancano quattro inediti, “Bombook”, “Reset”, 
            “Oak Ballad” e “Puro”.
 
 Il disco si apre proprio con la title track, scritta da Gasparini 
            e Gianni Pieri ed è subito pelle d’oca per i nostalgici 
            del genere e non solo! Tanta storia fra le note espresse, si possono 
            riscontrare molte influenze, ma sarebbe riduttivo liquidare un brano 
            così solare a un qualcosa di già sentito, perché 
            esso gode di un aurea particolare, perché Bombook è 
            il sunto della musica vissuta legata all’amicizia, quella storica 
            dei componenti, e questo calore umano straborda ad ogni nota.
 
 Un dolce arpeggio di chitarra apre “Reset”, accompagnato 
            dal flauto di Agostinelli. Le scale melodiche non tendono mai all’eccessivo 
            virtuosismo, privilegiando l’armonia e l’insieme. Proprio 
            questo funziona nella musica degli Agorà. Solo di tanto in 
            tanto ci si spinge in tecnicismi elevati, ma il tutto sempre controllato 
            dalla cultura personale dei componenti davvero eccelsa. Massimo Manzi 
            ha una calligrafia ritmica elegante, fatta con una stilografica. Il 
            basso di Cesari mai invasivo, esegue egregiamente il proprio compito. 
            Ritmo in “Costa Dell’Est”, un bel classico della 
            band supportato dal sax di Ovidio Urbani e dal violoncello di Pieri.
 Le atmosfere si fanno nuovamente leggiadre in “Sensei”, 
            sereno e caldo, quello che spesso definisco brano di ampio respiro. 
            Ma è con “Punto Rosso” che la qualità sale 
            ulteriormente, fra gli interventi di Fariselli e le improvvisazioni, 
            qui il gruppo è a proprio agio e viaggia che è un piacere.
 
 Il lavoro di Possenti è importante, tessere trame a legare 
            fra le strumentazioni per un risultato coeso ed elegante. “Ichinen” 
            soffia e sussurra serenità, per poi giungere al bellissimo 
            brano di Possenti “Puro”. Segue un altro classico tratto 
            dal primo album, quel “L’Orto Di Ovidio” che profuma 
            intensamente di anni ’70 e di terra marchigiana. “Oak 
            Ballad” è come dice il titolo una ballata che è 
            incentrata principalmente fra il dialogo sax e chitarra, impreziosita 
            successivamente dagli interventi di Pieri e Fariselli. Il live si 
            conclude con altri due classici Jazz Prog, “Piramide Di Domani” 
            e “Cavalcata Solare”, quest’ultima in questa esibizione 
            davvero devastante.
 
 “Bombook” è un album che accende i riflettori nuovamente 
            su una grande realtà italiana, una band che non ha tempo, ma 
            che nella sua maturità riesce a congiungere più generazioni 
            di ascoltatori, infatti il disco non solo lo consiglio a chi ama il 
            Jazz Prog, ma soprattutto ai giovani che si vogliono addentrare per 
            la prima volta in questo mondo musicale, fatto di sole, calore, amicizia 
            e bellezza. Imperdibile. MS
 
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