I Gathering sono stati uno dei gruppi doom metal più importanti
ed originali degli anni novanta e sapere che la conturbante vocalist
Anneke van Giersbergen ha deciso di abbandonarli fa un po’ male,
ma al tempo stesso c’è anche tanta curiosità per
questo suo nuovo progetto dal nome sofisticato. La direzione artistica
intrapresa dalla nostra eroina però è molto distante
da quanto partorito in passato. La musica è composta da Anneke
in un arco temporale abbastanza lungo e riflette i suoi umori più
intimi, ne esce un pop alternativo che ricorda certe cose di Bjork
e di Kari (ex The Third And The Mortal).
L’album è costruito su un concept piuttosto insolito,
la vita delle stewardess, ovvero delle hostess, donne quasi mitiche,
che hanno alimentato le fantasie più disparate, Anneke ne vuole
esplorare il lato più intimo e fragile, ovviamente da donna
lo fa con estrema delicatezza e rispetto, ecco allora che i suoni
malinconici e rallentati di “Beautiful One” aprono il
cd con grande trasporto. Molto più sperimentale è “Witnesses”,
costruita su melodie più veloci e claustrofobiche, torna velatamente
un certo metal, ma è molto misurato, un brano che mostra tutta
la personalità della nostra. “Yalin” mi ricorda
un incrocio fra gli Smiths e i Radiohead e ci mostra come anche la
musica minimalista possa essere creativa. “Day After Yesterday”
è sempre molto intimista e ricca di umori femminili, un brano
riflessivo e notturno, sulla stessa scia è la seguente “My
Girl”. “Take Care of Me” è un brano strano,
retto da poche note suonate su una chitarra acustica su cui domina
un’intensa Anneke, senza la sua interpretazione sarebbe un brano
insulso, ma con lei che ci delizia è pura magia. “Ice
Water” è più facile da assimilare, ma anche più
convenzionale. Con “You Are Nice” finalmente si torna
ad ascoltare delle chitarre elettriche pesanti, anche se siamo sempre
ad un livello molto sperimentale. Anche “Trail of Grief”
è densa di energia e devo ammettere che questi sono i momenti
che preferisco. Incantevole la poetica “Come Wander” presa
dai telefilm culto Twilight Zone, solo Anneke e un leggero arpeggio
acustico, molto intimo. “Sunken Soldiers” è il
secondo brano non scritto dalla nostra e si sente, ma nel complesso
si inserisce senza difficoltà. “Lost and Found”
parte quasi sommessa per poi impennarsi verso il finale con un grande
scatto d’orgoglio, dal sapore fortemente zeppeliniano. Chiude
con dolcezza “Asleep” quasi una ninna nanna che Anneke
dedica agli angeli rosa del cielo e non poteva essere diversamente.
Air è un disco insolito, che lascerà sconcertati i fans
dell’olandesina, ma che segna una tappa importante della sua
carriera, forse non molti la capiranno, ma Anneke ha dimostrato sia
grande coraggio, perché non è un album commerciale,
sia grande classe, poco importa se non sia un capolavoro, è
comuque un disco intenso ed elegante al tempo stesso. GB
Live: 2013
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