I norvegesi Airbag sono considerati fra le novità più
interessanti in ambito post modern prog, quello iniziato dai Porcupine
Tree per capirci e continuato dagli ultimi Anathema, ovviamente ci
sono anche i Pink Floyd, gli ultimi Marillon e certo pop anglosassone
evoluto. All Rights Removed è il secondo album, ma non avendo
ascoltato il precedente non posso fare paragoni.
Il disco apre con la ballata eponima, una piece intrisa di malinconia
sognante, che svela subito l’amore di questi musicisti per la
ricerca sonora delle band citate, non manca nemmeno la progressione
finale, tanto cara agli ultimi Anathema. “White Walls”
è più meditativa e atmosferica, quasi una forma di prog
cantautorale, uno dei momenti più Floydiani del disco. “The
Bridge” è sulla stessa linea dei brani precedenti, solo
i suoni delle chitarre sono un po’ più acidi, ma la sostanza
non cambia molto, si riscatta però nel finale con una spruzzata
di ritmiche dagli intrecci personali. “Never Coming Home”
invece ha un inizio molto minimale, che pian piano si trasforma nel
solito crescendo, che ormai è diventato quasi uno standard,
anche in questo caso troviamo una parte strumentale che riabilità
un po’ il brano. “Light Them All Up” è una
breve parentesi dalla malinconia struggente. Ma il vero pezzo forte
del disco è la conclusiva “Homesick”, una specie
di suite dove la band mette in evidenza tutte le proprie doti, sostanzialmente
il discorso è lo stesso fatto sopra, ma qui tutto è
amplificato.
Non c’è niente da dire, gli Airbag sono bravi e ci sanno
fare, solo che per adesso non sono ancora abbastanza originali, devono
ancora dimostrare che la strada tracciata dai gruppi ricordati in
apertura può essere rielaborata con nuove modalità espressive.
GB
Altre recensioni: The Greatest Show on Earth
Sito Web
Artisti Correlati: Biørn Riis
|