Questo è il ritorno di uno dei gruppi Rock svedesi più
maturi, in auge dal lontano 1987: gli Alien. Veterani e non a caso
autori di un Melodic Sound molto maturo e personale. La loro carriera
è ricca di soddisfazioni, brani che si presentano ai primi
posti della classifica in patria ed in alcuni casi proprio al numero
uno, numerose date dal vivo fra cui alcune registrate in cd come quelle
di Stoccolma ed in Giappone.
La voce di Jim Jidhed e la chitarra di Tony Borg, fondatori del gruppo
sennonché compositori dei brani, sono il cardine degli Alien,
un vero marchio che rappresenta qualità. “Dark Eyes”
è registrato bene, è ricco di canzoni importanti che
ci raccontano d’amore, di Rock ‘N Roll, paure, speranze
e sparizioni. Tutti i brani sono differenti fra di loro, il disco
scorre molto bene senza pause ne ripetizioni, una rarità per
i tempi che corrono. Il complesso è completato da Bernie Ek
al basso, Jan Lundberg alla batteria e da Mats Sandborgh alle tastiere.
Questo genere di musica troppe volte a torto viene considerato di
basso livello, il Rock è per gente troppo leggera e spensierata,
gente che non si inserisce a dovere nella società perché
ha di che protestare e tutte queste balle che conosciamo fin troppo
bene, ma “Dark Eyes” con i suoi riff, le sue melodie e
l’immensa classe è qui a sfidare ogni altro tipo di prodotto
alternativo. Sfido chiunque all’ascolto di questi pezzi e rimanere
impassibili, gli Alien conoscono a menadito le origini di questo movimento,
dalla lezione dei Led Zeppelin sino ad arrivare ai suoni dei giorni
d’oggi, il tutto miscelato con molta personalità, quella
che manca al novanta percento dei gruppi moderni. Artisti non ci si
inventa, c’è bisogno della testa sulle spalle, quella
propria che sicuramente ci differenzia dalla massa.
Gli Alien ci regalano tre quarti d’ora di buona musica e a chi
non li ascolta non posso fare altro che dirgli “…mi dispiace,
non sai cosa ti perdi”. MS
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