La band svedese da culto Alien pubblica il loro primo full-lenght 
            album da quando la classica line-up si è riunita, dopo la parentesi 
            del 2005 quando su "Dark Eyes" figuravano i soli Tony Borg 
            (ch) e Jim Jidhed (vc) insieme ad altri nuovi membri. Nel 2010 Tony 
            e Jim hanno unito nuovamente le loro forze, ma questa volta insieme 
            agli originali muisicisti Ken Sandin (bs), Jimmy Wandroph (tast) e 
            Toby Tarrach (bt). Il frutto di tale rinascita è semplicemente 
            stupendo, il miglior disco degli Alien da quello omonimo di debutto 
            del 1989 dal quale ne resta al di sotto giusto per un pelo. Come sul 
            citato album, anche in "Eternity" la band si avvale dell'aiuto 
            di Pam Barlow e Janet Minto per la redazione di alcuni testi. 
             
            Giusto la voce di Jidhed (più roca e più controllata) 
            ed il suono moderno sono i veri punti di differenziazione da "Alien", 
            col quale le dodici nuove canzoni condividono il gusto per belle melodie, 
            fragranti armonie vocali, la proposizione di splendide arie AOR anni 
            ottanta. 
             
            Sin dall'opener "In Love We Trust" si respirano rinfrancanti 
            sonorità che nulla aggiungono a quanto già scritto nel 
            prezioso libro dell'AOR/Melodic Hard Rock, ma che classe e potenza 
            espressiva, con quegli echi di Toto e Journey filtrati attraverso 
            la grande personalità del quintetto svedese che faranno la 
            gioia degli amanti del genere! "Unbroken" è più 
            secca e dura, sottolineata da un ritmo più veloce ed un Hammond 
            bello pieno, ma il refrain è puro miele alla Bryan Adams del 
            suo periodo migliore, mentre "Love Will Lead Me Home" (simile 
            per ritmo ed intensità) mi ha ricordato la fierezza dei Magnum 
            con una citazione neanche tanto nascosta di "(I Just) Died In 
            Your Arms Tonight" dei Cutting Crew nel ritornello. 
             
            "I Believe" è un'emozionante e toccante power-ballad 
            fra Bon Jovi ed il primo Jimi Jamison (Survivor) solista, un brano 
            di spessore la cui intensità contrasta con la mediocrità 
            di "Summer Of Love", rock-tune piuttosto anomimo e poco 
            ispirato, salvato dagli assoli di Borg, ma vi è davvero poco 
            di più. Molto meglio "What Goes Up", dal groove quasi 
            funky e dal feeling fra i Toto (era Joseph Williams) e Billy Squier, 
            e "I'm A Fighter", tempo medio orecchiabile e piacevole 
            con belle melodie vocali, ma è con "Wildheart" e 
            "Liar Liar" che Borg prende decisamente in mano la guida 
            delle canzoni e le porta su binari più elettrici e duri, lasciando 
            giusto spazio nel ritornello a linee vocali più catchy, in 
            particolare nella seconda che risulta adattissima ad un prolungato 
            sing-along a squarciagola. 
             
            I Journey di "Raised On Radio" si materializzano nell'ariosa 
            e ultra-melodica "Look At Us Know", mentre la pulsante "Burning 
            Heart" suona come una versione 'alienizzata' degli ultimi Rainbow, 
            quelli più americanizzati, con le ultime note affidate all'intimo 
            lento "In Truth", concentrato di emozioni e malinconiche 
            suggestioni magistralmente interpretate da un Jidhed in gran forma. 
             
            A parte qualche piccola incertezza, "Eternity" è 
            un disco che perpetua con dignità e maestosità la storia 
            di una band che giusto 25 anni fa conobbe il picco della popolarità. 
            Non è facile dopo tanto tempo presentarsi con materiale all'altezza 
            di tanto passato, ma gli Alien ce l'hanno fatta ed oggi godiamoci 
            questi saporiti frutti! ABe 
             
            Altre recensioni: Dark Eyes 
             
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