Fra 
            le fila degli Altaria militano due artisti di band di successo come 
            Sonata Artica (Jani Liimatainen) e Nightwish (Emppu Vuorien). Ovviamente 
            c’è di che aspettarsi vista la caratura dei personaggi 
            e le attese in questo cd in effetti non vengono tradite. Attenzione 
            però, questo è un “Best of” dei primi due 
            lavori contenente pure due nuove song e ben sette versioni demo. I 
            dischi in questione sono “Invitation” (2003) e “Divinity” 
            (2004). 
             
            L’operazione, sia pur commerciale, ha di per se un senso logico 
            per esistere, oltre le song aggiuntive l’interesse è 
            incentrato sul nuovo cantante proveniente dai Terrorwhell, Marco Luponero. 
            La qualità dei brani è eccellente, ben 19 songs suddivise 
            in 72 minuti di ottimo Metal. La differenza fra l’ex singer 
            Taage Laiho e Luponero non è poi tanta, quest’ultimo 
            comunque è in possesso di una buona tecnica e la giusta dose 
            di interpretazione. 
             
            Come già sappiamo i nostri si aggirano in territori al confine 
            fra AOR e Metal Power epico, con tanto di cori che danno corpo al 
            lavoro. Dunque veniamo direttamente a “Keeper Of Mystique” 
            e “Ball And Chain”, potente la prima con un ritornello 
            “radiofonico”, Hard Rock style la seconda con richiami 
            ai Whitesnake. Gustose le versioni demo dei brani che presentano la 
            vera intelaiatura degli Altaria, specialmente nella stupenda “Fire 
            And Ice”, loro vero cavallo di battaglia. Troviamo poi “Innocent”, 
            “Kingdom Of The Night”, “Unicorn”, “History 
            Of Times To Come”, “Immortal Disorder” e “Emerald 
            Eye”. Vista la qualità delle canzoni, questo è 
            un cd che consiglio a tutti coloro che si avvicinano per la prima 
            volta a questo gruppo, per i loro fans allo stesso tempo trovo che 
            non siano soldi spesi male, ma questo lo lascio decidere a loro. “Divine 
            Invitation” è un prodotto sopra la media del genere, 
            da non sottovalutare. MS 
             
            Altre recensioni: Divine Invitation 
             
            Interviste: 2006  |