Rock Impressions

Aor - The Secrets of L.A. AOR - The Secrets of L.A.
AOR Heaven
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: AOR
Support: CD - 2013
Voto: 65/100


"The Secrets Of LA" è il dodicesimo capitolo (compilation esclusa) e vede, come al solito, un nutrito stuolo di ospiti che aiutano Slama nel realizzare le proprie idee musicali espresse attraverso dieci brani. Fra i nomi coinvolti si possono citare Tommy Denander (Radioactive, Paul Stanley, Alice Cooper), Fergie Frederiksen (Toto), Jeff Scott Soto (Talisman), Bill Champlin (Chicago), Jim Jidhed & Ken Sandin (Alien), Mikael Erlandsson (Last Autumn's Dream), Bob Harris (Axe), Göran Edman (Yngwie Malmsteen), Robin Beck, Tamara Champlin, Dane Donohue e Alessandro Del Vecchio (Lionville, Hardline).

Ammetto che le ultimissime uscite degli AOR non mi avevano entusiasmato più di tanto, avendole trovate poco ispirate, e sebbene il songwiting continui ad essere derivativo al 100%, in questo disco colgo alcuni brani davvero intriganti e coinvolgenti, cui, purtroppo, ne seguono altri di livello nettamente inferiore. Da notare che 4 brani sono già apparsi sull'album "Jade Hearts" delle Chasing Violets, qui ripresi con altri cantanti.

"Deep Whirlpool", cantata uno strabordante Fergie Frederiksen, è un'ottima opener, aggressiva e melodica al contempo, con un brillante assolo di Denander, e pure "Stage Struck", con Jeff Scott Soto alla voce, si fa valere alle orecchie dei melodic rockers. "Secrets In The Shadows" (Jim Jidhed al microfono), con quell'incedere fra Journey, Toto di Isolation e il Bon Jovi di "Slipper When Wet" è un minestrone tutto sommato piacevole anche se non particolarmente stuzzicante, e pure "Back To San Francisco", guidata da un Bill Champlin in forma, non sembra riuscita al 100% lasciandomi sempre una qualche impressione di incompiutezza. "Out Of The Past", interpretata da Bob Harris, e "The Name Of The Game" (Robin Back on lead vocals) non sono all'altezza delle precedenti composizioni per evidenti carenze compositive che non riescono a coprire le varie scopiazzature. Neppure le buone prove di Göran Edman su "Web Of Lies" o di Mikael Erlandsson su "Hollow Triumph" riescono a sollevare le sorti di due brani debolucci a dispetto dell'energia profusa, per non dire di un Bob Harris che (ri)trovo irritante nella mediocre "The Main Attraction".

Al termine troviamo la carina semi-ballad "Voices In The Wind" interpretata da Tamara Champlin, l'unico momento di pausa in una tracklist molto energica che si rifà (con altalenanti risultati) a Survivor, Journey, Toto, Bon Jovi, Foreigner, etc, ma aggiungiamo al tutto una produzione non molto professionale ed un Denander i cui assoli alla lunga diventano stucchevoli (se non quando imprecisi) nella loro ripetitività, ci troviamo dinanzi a tante intenzioni che restano in buona parte sulla carta e non riescono a trasferirsi nelle canzoni.

I fans che non badano tanto al sottile si divertiranno anche con questo cd, io preferisco concentrarmi su altro. ABe

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