Ho sempre apprezzato l’operato dei tedeschi Argos e nel tempo
ho avuto modo di parlare bene della loro musica, chi mi legge lo sa
già. La loro completa discografia è raccomandabile,
a partire da “Argos” (Musea) del 2009 a “Circles”
(Musea) del 2010 e “Cruel Symmetry” (Progressive Promotion
Records) del 2012.
Ma con “A Seasonal Affair” in mano, solo guardando il
bellissimo artwork della copertina a cura di Bernd Webler, si capisce
subito che lo sforzo creativo del quartetto questa volta è
differente. Infatti cambia il logo della band, e le atmosfere si fanno
visivamente più oscure e malinconiche. Non ci resta che andare
ad ascoltare la nuova proposta di Thomas Klarmann (basso, flauto,
tastiere, chitarra e voce), Robert Gozon (voce e tastiere), Ulf Jacobs
(batteria, percussioni e voce) e Rico Florczak (chitarra e voce),
ma non prima di aver sottolineato la presenza di special guest importanti,
come il leader dei Parallels Or 90 Degrees e The Tangent, Andy Tillison
(tastiere), Thilo Brauss (tastiere) e Marek Arnold (sax).
“Vanishing” con cipiglio inizia il percorso sonoro, grazie
ad un velo di malinconia che sorvola il brano, arricchito di interventi
elettronici e con un buon momento di chitarra elettrica.
Il cantato di “Divergence” ricorda l’approccio vocale
di David Byrne dei Talking Heads, il brano però si lancia a
metà percorso in un arioso e Progressivo assolo strumentale.
Tuttavia il bello comincia ad arrivare da “Silent Corner”,
dove gli Argos dimostrano di aver formato una propria personalità
distaccandosi un poco dal precedente New Prog. Giusta malinconia che
dona melodia e profondità emozionale. Questa volta la parte
strumentale è affidata al flauto e brividi percorrono la pelle,
si sente anche la mano di Andy Tillison. Meno interessante “Silver
And Gold”, brano più semplice, mentre il livello torna
ad innalzarsi con “Lifeboats”. E come un buon disco Prog
esige, ecco anche la suite, in questo caso la definirei più
“mini” suite, visto la durata di dodici minuti e mezzo,
dal titolo “Not In This Picture”. Inutile dire che ci
sono tutte le caratteristiche al riguardo, compresi cambi di tempo
ed umorali, ma questo si sa già. Quello che ne scaturisce è
una profonda consapevolezza dei propri mezzi e dell’avvenuta
crescita artistica, gli Argos hanno il pieno controllo delle proprie
capacità e non vanno a strafare. Questo dona credibilità
e bellezza al brano, perché fatto bene, con semplicità.
Sempre coinvolgenti i fraseggi strumentali.
Giunge la title track “A Seasonal Affair” e ritorna il
flauto ad accarezzare l’ascolto. Anche qui aleggia il velo di
malinconia che accompagna molto del materiale sonoro ascoltato sino
a questo punto. Fra le mie preferite “Forbidden City”,
uno strumentale che da sfoggio della cultura musicale Argos, poi quando
c’è il flauto….Uno spiraglio di solarità.
L’album si chiude in teoria con “Stormland”, in
pratica no, perché la copia in mio possesso è arricchita
da due bonus tracks, “Killer” e “Black Cat”
tratte dal loro primo album, qui risuonate in versione 2015.
La colorata farfalla di “Cruel Symmetry” è volata
via, oggi gli Argos sono qualcosa in più.
Un lavoro diverso, il gruppo tenta di staccarsi da certi canoni del
genere, mettendo più a nudo la propria personalità.
Questo ai miei occhi risulta essere un pregio di non scarsa rilevanza,
decisamente un encomio ad un disco che di per se fa partire uno spontaneo
applauso. MS
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