Devo
confessare che non conoscevo il nome di questo formidabile duo americano,
che col presente album ha pubblicato cinque lavori a partire dal 1990.
Da notare che il gruppo in questione è un cultore del prog
tricolore: sul terzo album Between Cages del '95 includono il brano
"Il Voce", un appassionato tributo a Demetrio Stratos, mentre
sul quarto The Sins Of Our Saviours del '98 chiamano a collaborare
Alberto Piras alla voce e Alessandro Bonetti al violino dei Deus Ex
Machina.
Il duo è composto da due musicisti dalla personalità
complessa, che rispondono al nome di Rick Eddy e Tim Drumheller, polistrumentisti
genialoidi che hanno trovato nel loro sodalizio una fonte incredibile
di ispirazione. In ogni album Rick e Tim si fanno accompagnare da
musicisti che ammirano molto e per questo lavoro hanno chiamato Scott
McGill alla chitarra e Vic Stevens alla batteria, membri del gruppo
fusion McGill, Manring & Stevens.
Dopo Mei degli Echolyn pensavo di aver ascoltato l'album migliore
di questo inizio millenio, ma Forgiving Eden non è certo da
meno di quel capolavoro, anzi... Anche questo disco è composto
da un unico brano diviso, però, in otto parti. Le influenze
e le atmosfere che si respirano sono svariate e complesse, chiamano
in causa il Canterbury Sound e il prog italiano degli anni settanta,
con un occhio di riguardo anche verso formazioni oscure come gli Happy
The Man. Troviamo spiccati elementi di jazz, di musica classica sinfonica
e da camera, di elettronica e un amore sconfinato per il prog rock
dei seventies.
Nei quarantatre minuti che compongono Forgiving Eden non c'è
una sola concessione commerciale, non ci sono autoindulgenze o compiacimenti,
ma si può ascoltare arte allo stato puro, un prog molto ispirato
che ritrova tutta la sua vitalità. Ascoltate il quarto movimento
con i suoi controtempi e le incantevoli tastiere e non avrete più
dubbi: Forgiving Eden è un album assolutamente imperdibile!
GB
Altre recensioni: The
Remedy Of Abstraction |