Il titolo è chiaro, non ci si può sbagliare! Questo
è un disco destinato ai soli fans, oppure no?
Dopo cinque incredibili dischi in studio, Arjen A. Lucassen pubblica
uno speciale "best of": dieci canzoni scelte dal suo repertorio
in versione demo o alternativa, con l'aggiunta della prima song partorita
dal suo nuovo progetto, gli Ambeon, di cui parleremo dopo.
Questa release è una chicca dal valore ambiguo, ma il titolo
salva il disco: sapete già a cosa andare incontro. Per i fans
di questo visionario musicista è un'occasione da non perdere,
inoltre ogni brano è corredato da esaurienti note descrittive,
ma per chi ancora non conosce gli Ayreon? Penso che, essendo i lavori
precedenti tutti dei concept, questo titolo tolga unità compositiva
ai singoli brani, ma il fascino delle song rimane inalterato.
Si parte con quattro estratti da Flight of the Migrator, la pomposa
"Into the Black Hole", che su versione finale fu cantata
magistralmente da Bruce Dickinson, qui è riproposta in duo
con la sempre brava Lana Lane e Damian Wilson, il pezzo mantiene intatto
il suo fascino e la sua maestosa potenza. "Out of the White Hole"
ha un riff settantiano che sembra copiato da "Highwire"
dei grandi Badlands (ma anche loro hanno attinto a piene mani ad un
repertorio precedente), Norlander sembra Lord e il brano è
forse un po' più cattivo dell'originale. "Temple of the
Cat" è presentata in una nuova versione acustica, incisa
con Astrid van der Veen e questa è la prima sorpresa del disco,
Astrid è una quattordicenne di grande talento (ma non è
il motivo della sorpresa) e con lei Arjen ha fondato il nuovo progetto
Ambeon, metà Ambient e metà Ayreon. Astrid ha una voce
evocativa a metà strada fra Enya e Kate Bush, le sue linee
vocali non sono propriamente rock e si adattano più a generi
quali il dark e l'ambient appunto. Il brano finale "Cold Metal"
indica, infatti, le nuove direttive, molto più sperimentali,
che Lucassen vuole perseguire in futuro. Forse è la nascita
dell'Ambient Metal? A chi sente il bisogno di etichettare tutto l'ardua
sentenza! Il brano è bello e suggestivo, alterna con efficacia
momenti riflessivi ad atmosfere più tese ed elettriche, un
metal molto intimista e riflessivo. Tornando ai brani riediti troviamo
due demo originali, in cui Arjen ha suonato tutto e ha cantato, questi
episodi danno la possibilità di conoscere appieno il suo genio
creativo e in un certo senso sono fra le cose più interessanti
del CD.
Alcuni criticano i lavori degli Ayreon giudicandoli freddi, perché
studiati a tavolino, perché soffrono la mancanza di una vera
band alle spalle, ma mi sembrano tutte tesi prive di senso. Grazie
a questo progetto Arjen riesce ad esprimere appieno la sua controversa
personalità artistica e il fatto di riuscire a coinvolgere
stelle di prima grandezza nei suoi lavori significa che questi artisti
riconoscono sia l'importanza che la bellezza del lavoro svolto dal
nostro. Del resto i grandi compositori del passato lavoravano in totale
solitudine (chissà cosa avrebbero potuto partorire insieme
Mozart e Beethoven?) e sono davvero poche le band che vanno in sala
di registrazione senza aver preparato prima, "a tavolino",
il lavoro da eseguire.
Gli Ayreon sono uno dei progetti migliori che il metal abbia saputo
partorire, chi volesse negarlo farebbe del male solo a se stesso.
GB
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