Gli Iron Maiden sono una band molto amata e molto coverizzata, i polacchi
Baaba Kulka sono fra i gruppi che rendono omaggio alla leggendaria
formazione inglese, all’inizio doveva essere un concerto one
shot all’Hard Rock Café di Varsavia, ma il successo riscosso
è stato tale che i cinque musicisti ne hanno fatto qualcosa
di più, un tour prima e questo disco poi. Ma la cosa interessante
è che non si tratta di una normale tribute band. Alla voce
c’è Gaba (Gabriela) Kulka, artista molto amata in patria,
che ha riscosso un discreto successo con un disco solista, oggi Gaba
guida questa formazione che si compone di altri quattro musicisti.
Lo stile del quintetto è avanguardistico, in pratica hanno
stravolto i brani dei Maiden, tanto da risultare ad un ascolto superficiale
quasi dei profanatori sacrileghi, invece dietro c’è una
profonda cultura musicale e soprattutto tanto, tantissimo divertimento.
Si parte con uno dei classici maggiori, “The Number of the Beast”,
che aveva suggellato l’ingresso di Dikinson nella band, l’avvio
è subito disorientante, una tastiera minimale accenna il riff
iniziale del brano, Gaba scandisce il testo in modo quasi meccanico,
come se fosse un replicante inanimato e subito mi è venuto
da ridere, ci vuole coraggio, faccia tosta e tanta fantasia per stravolgere
in questo modo un pezzo. Ma quella che sembrava solo una goliardata,
con “Wrathchild” assume dei connotati ancora più
folli, ecco un flauto in pieno stile settanta, la musica si fa molto
prog e flower power e mostra tutta la validità della composizione
originale, che zampata di classe. “Aces High” è
giocata fra tentazioni dub e ritmi ballabili e comunque funziona e
ancora una volta i Baaba Kulka mi strappano un sorriso compiaciuto.
“To Tame a Land” ripropone il giro dal sapore egizio in
modo piuttosto fedele, se così si può dire, uno dei
brani più epici dei Maiden e ancora una volta si può
verificare la validità di questo brano, che non perde fascino
pur privato del contesto originale. “The Ides of March”
è invece rifatta in stile canto gregoriano, fantastica. Ma
ci sono ancora “Prodigal Son”, superlativa, “Children
of the Damned”, “Flight of Icarus”, “The Clairvoyant”
e “Still Life”, non voglio svelarvi proprio tutti i dettagli,
ogni singolo rifacimento vi sorprenderà. Il disco esce con
un dvd allegato, che non è presente in questa versione promo,
ma ho letto che contiene almeno un altro paio di brani non presenti
su cd e altro ancora.
Baaba Kulka è sicuramente il disco più divertente dell’anno,
mi piacerebbe davvero vedere la faccia di Steve Harris, Bruce Dickinson
e compagni al primo ascolto di questo cd, pagherei per poter essere
presente, ma sono sicuro di una cosa, devono aver fatto delle sane
e sonore risate, perché questo disco è davvero pieno
di gusto, ma non fraintendetemi, risate sane, di piacere, perché
se la loro musica è stata capace di stimolare così la
fantasia di altri musicisti, bene allora vuol proprio dire che è
grande musica e i Baaba Kulka col loro fare strampalato e allucinato
ce lo hanno dimostrato. Gran bel disco! GB
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