Rock Impressions
 

Intervista ai Backyard Babies
di Ilaria Rebecchi, foto di Ambra Rebecchi

Backyard Babies è dalla fine anni ’80 sinonimo di eccellenza e vigore hard-punk-rock made in Europe. La band svedese, composta da Nicke Borg - voce, chitarra, Dregen - chitarra, Johan Blomqvist - basso e Peder Carlsson - batteria, dopo album noti nell’underground internazionale, quali l’esordio col botto Diesel & Power, e i successivi Total 13, Making Enemies Is Good, Stockholm Syndrome e People Like Us, datato 2006, torna alla ribalta con un album, Backyard Babies, anticipato dal singolo “Fuck Off And Die” e che pare, già dal titolo, esserne il manifesto creativo ed artistico.

Dopo la formazione da parte del celeberrimo chitarrista Dregen, del progetto parallelo degli Hellacopters, i Backyard Babies sono appena stati in Italia per una serie assai seguita di concerti nei più importanti club dello stivale, compresa la Sardegna.
La caratteristica principale che denota tutta la produzione della band è la ricerca nell’ambito rock’n’roll, a cavallo tra il glam dei primi anni, il metal che affiora in più episodi, tendenza hardcore in quanto ad impatto live e la base punk, post-punk, che ne determina il successo incontrastato, così differentemente ed originalmente dalle parallele band d’oltreoceano fino a spronare una notevole scia di giovani rocker nordici (tra cui gli Hardcore Superstars e i Turbonegro) che vive ad oggi della rielaborazione del fenomeno punk-rock di fine anni ’80.

Ho incontrato Nicke e Dregen nel backstage del più recente concerto presso il New Age di Roncade (Treviso), per una chiacchierata molto divertente sull’uscita dell’album e sul passato e futuro della band.

Backyard Babies

Partiamo chiaramente con una domanda sul nuovo album, “Backyard Babies”, appena uscito. Quali sono le fondamentali differenze tra i vostri lavori passati e questo?
Nicke: Credo che la differenza principale sia un migliore stile di scrittura, un songwriting più consapevole ed adulto, sia nei testi che nelle sonorità. Credo che dopo 20 anni siamo molto migliorati in questo. Con il nostro produttore, Jacob Hellner, abbiamo potuto concentrarci in maniera approfondita su ogni canzone, presa nel suo essere singolo ed unico, registrando in 2 differenti sessioni. Ogni canzone, è così come una nostra figlia. Dieci anni fa ad esempio, nella scrittura e registrazione di “Total 13”, eravamo a volte frustrati durante la lavorazione, cosa che in questo caso non si è affatto verificata, grazie a maggiore tempo e riflessione su ogni brano.

E hai citato il vostro produttore Jacob Hellner. Quale è stato l’apporto che vi ha regalato durante la lavorazione dell’album?
Nicke: Molte band scelgono il proprio produttore in base a ciò che ha attuato a livello di sonorità. L’unica cosa che non volevamo in questo senso era avere un sound simile a quello dei Rammstein, ad esempio. Sapevamo che lui era un ottimo produttore, ma ci ha stupito la sua capacità di assimilare ed esaltare le nostre personali caratteristiche. In particolare è stato molto bravo a spingerci e spronarci al miglioramento. Parlando di me, per esempio, nelle registrazioni della voce, mi ha sempre stimolato a superare ciò che io credevo essere già un buon risultato, questo anche perché a volte tu, in prima persona non te ne puoi accorgere. Lui ha sempre cercato di farci fare il meglio del meglio possibile, superando i nostri limiti e livelli più alti.
Dregen: Esatto! Jacob è stato un produttore molto esigente ed ambizioso, ma questo è stata una grande fortuna per il risultato finale, stimolandoci sempre a fare di più e di più ancora. E’ inoltre una persona estremamente positiva e concreta. Credo sia effettivamente il primo ed unico produttore con cui aspiriamo a lavorare ancora in futuro.

Backyard Babies

C’è un motivo particolare per cui l’album porta lo stesso nome della band, “Backyard Babies”, appunto?
Nicke: Certamente. Credo sia il migliore album di tutta la nostra carriera. Durante la fase di scrittura ci stupivamo di continuo per la completezza e bellezza delle canzoni, prefetto manifesto dello stile Backyard Babies, cosa che nei primi 5 album non era mai successa, o comunque in minor parte. L’anno prossimo inoltre sarà il ventesimo anniversario della formazione della nostra band, e ci è sembrato celebrativo e d’obbligo intitolare così l’album. Se non conosci i Backyard Babies e compri questo ultimo album, se non ti piace non potrai di certo apprezzare nulla della nostra produzione precedente ad esso. E’ proprio il manifesto della nostra filosofia di band, musicale e lirica.

Sono ben vent’anno appunto che suonate insieme. Qual è il vostro segreto?
Nicke: Molto amore per ciò che facciamo, e rispetto tra di noi, direi. Devi avere amore per la fase di scrittura e per i live, e condividerlo con i tuoi compagni, col tuo staff. Noi veniamo da una piccola città dove da piccolini potevamo scegliere se finire al bar il resto dei nostri giorni, o diventare atleti, per esempio. Noi adoravamo, come adesso, l’hard rock, la musica, e così abbiamo formato la band. Poi, col tempo questo si è evoluto in ambizione nel voler sfondare raggiungere livelli sempre più alti, e così è stato. E’ come essere in una grande famiglia, dove oltre all’amore è necessario un progetto comune e il rispetto; tutto attorno a noi cambia, anche la musica, perciò ogni giorno è una nuova battaglia, che tu puoi combattere solo con i tuoi alleati che hanno sposato la tua stessa causa. E poi credo che finché ci divertiamo a suonare-cantare-scrivere etc etc, non smetteremo mai!
Dregen: Abbiamo iniziato anni fa come grandi amici, migliori amici. Adesso il nostro rapporto si è evoluto ed è come se fossimo fratelli, che si capiscono, si conoscono benissimo, si rispettano stemperando incomprensioni e spigolature. Essere in una band longeva è come vivere un matrimonio di lunga durata, in pratica.

Backyard Babies

Come descrivereste la vostra musica? Si parla di glam rock o punk…
Dregen: Direi che non si può catalogare con precisione in effetti. Non definirei il nostro sound molto glam, sebbene all’inizio le nostre sonorità si avvicinassero a volte a quelle influenze, ma siamo stati sempre una band molto musicalmente schizofrenica. I nostri ascolti sono sempre stati hard rock e punk, dagli Ac/Dc ai Led Zeppelin, passando per i Judas Priest, i The Clash, Ramones e Sex Pistols. Direi che il nostro è un Hard Rock Loving Punk per esempio!
Nicke: Io credo che catalogare i generi musicali sia utile principalmente a livello di media, per l’elaborazione. Nel nostro caso è molto complicato davvero, abbiamo sempre avuto direzioni deverse. A volte le band si presentano con maschere, non solo visive, ma anche musicali, che non calzano affatto, forse per nascondersi o piacere ai più.
Dregen: Diciamo che di glam abbiamo la passione per qualche scatto con bei vestiti, cose così, il look insomma. Anche perché penso sia un bene che una rock star abbia anche un’immagine ricercata, in ogni senso, proprio per differenziarsi anche visivamente. Fa parte del gioco!

Backyard Babies

Nei vostri videoclip si denota la tendenza ad un’ironia che mitiga i testi delle canzoni, rendendoli ancora migliori..

Dregen: Si, crediamo fermamente che l’ironia debba essere la caratteristica principale di una band. Alla fine, se fai qualcosa pensando di essere il migliore o l’unico, ancora peggio, è molto pericoloso, sia per te stesso che per gli altri. Noi abbiamo sempre creduto in un’ironia, a volte black, un po’ per cercare di guardarsi dal di fuori e ridere divertiti di sé stessi. E’ divertente ed appagante. E rende le persone più umane, in generale.

Avete suonato con band importanti quali Ac/Dc e Motorhead ad esempio. Che cosa ne avete tratto?
Dregen: Suonare con band universalmente storiche è un’esperienza meravigliosa in ogni senso. Dai palchi enormi, al pubblico idolatrante, dall’esperienza che trasudano queste band soprattutto. Abbiamo sempre suonato inoltre, con band che fanno parte del patrimonio di ascolti di ciascuno di noi, e credo sa giusto così, sia per similitudine musicale ed intenti comuni che per riverenza artistica. E’ stato fantastico!

Backyard Babies

Come vi trovate a suonare in Italia?
Dregen: Suonare qui è ottimo, ma molto diverso da tutti gli altri paesi, come è normale. Ogni luogo ha le proprie abitudini. In Italia siete molto conviviali, anche ai concerti, cosa che all’estero è raro. Inoltre come non citare il cibo tra le ottime ragioni per suonare qui? Di certo non andiamo a suonare in Inghilterra in questo senso….

Backyard Babies

Infine, quali saranno i vostri progetti per il futuro?
Nicke: L’album “Backyard Babies” è appena uscito e ora, fino a Natale continueremo con i live in giro per l’Europa, per poi continuare, ad inizio 2009, con la Russia e il Giappone, per esempio, mentre la prossima estate parteciperemo sicuramente a qualche festival internazionale.
Dregen: Inoltre a Settembre 2009 ricorre il ventesimo anniversario di formazione della nostra band, perciò stavamo pensando a qualcosa di celebrativo, come un live Dvd, per esempio, o una raccolta delle migliori fotografie live e non solo della nostra intera carriera. E’ ancora tutto da decidere. Intanto ci godiamo i live europei!

di Ilaria Rebecchi


Recensioni: Backyard Babies; Them XX

Live Report: 2008

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