I
Bad Company sono puro hard rock al cento per cento, negli anni settanta
hanno incarnato alla perfezione uno stile musicale irripetibile. Col
tempo sono passati dallo status di grandi rock star ad un livello
semi underground (quando si dice gli scherzi del destino), ma hanno
mantenuto negli anni, con grande dignità, lo stile iniziale
fatto di rock blues e di energia pura.
Certo, oggi usare il termine "energia" per la musica dei
Bad Co può far sorridere, ma all'epoca questa musica smuoveva
platee di fans entusiastici e scatenati. La storia del gruppo dovrebbe
essere nota a tutti i cultori dei settanta, ma per i più giovani
voglio ricordare che si tratta di uno dei primi supergruppi formatosi
sulle ceneri dei Free, una band davvero immensa che con la track "All
Right Now" si è ritagliata un posto perenne nella storia
del rock, da cui provengono il singer Paul Rogers e il batterista
Simon Kirke, mentre il chitarrista Mick Ralphs proveniva dai Mott
The Hoople e il bassista Boz Burrell dai King Crimson.
La formazione presente su questo live vede, oltre ai sopravissuti
Rogers e Kirke, Dave Colwell alla chitarra e al basso Jaz Lochrie.
Paul Rodgers è uno dei più grandi cantanti che il rock
duro abbia avuto, con una timbrica simile a quella di Glenn Hughes
a cui è molto vicino anche da un punto di vista artistico,
e con questo live dimostra di non aver perso lo smalto dei bei tempi.
Il resto del gruppo suona in modo molto professionale e impeccabile,
ma forse un po' nostalgico.
La track list sebra un "best of", il che rende interessante
l'acquisto per chi vuole conoscere il gruppo. Troviamo le classiche
"Can't Get Enough", "All Right Now", "Ready
For Love" e "Shooting Star" insieme a molte altre ottime
tracks, mentre in chiusura vengono proposte due nuove tracce, preludio
forse ad un nuovo album, "Joe Fabulous" e "Saving Grace"
che mantengono le coordinate dei vecchi brani senza stravolgimenti.
Hard rock granitico con massicce dosi di blues, grandi riffettoni
e canzoni dall'impianto apparentemente semplice che scaldano il cuore.
Come live album non è un gran che, ma non è da buttare.
Play it loud! GB
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