Vladimir
Badirov è musicista e compositore uzbeko assai conosciuto nel
suo Paese, avendo collaborato con diversi insiemi teatrali ed artisti
di fama nazionale, come l'attrice Nasiba Abdullaeva, oltre ad aver
prestato la propria bravura in qualità di sessionman a sostegno
della talentuosa cantante Sevara Nazarkhan.
"Greeting from Nostradamus" vede la luce per interessamento
della valida label canadese Unicorn Records, e davvero quest'opera
di divulgazione va riconosciuta. Trattandosi in fatti di disco di
sicuro interesse, anche per l'apporto di strumentazione tradizionale
uzbeka (fanno bella presenza nai, ud, tanbour, sato - una forma di
violino - e karnai), utilizzati per la registrazione dell'album al
fianco di quelli tipici quali basso, chitarra, ed una impressionante
serie di percussioni appannaggio della bravura di Vladimir.
Trattasi di composizioni ben strutturate, non solo sterile esibizione
di tecnica, innerbate da una costante presenza folk attribuente ad
ogni pezzo una peculiare sfumatura esotica. Tanto da richiamare steppe
sconfinate e carovane chiassose solcanti le polverose rotte di gelidi
deserti battuti dai venti... Sorprendente a tratti una tenue similitudine
con percorsi sonici già affrontati da valenti sperimentatori
del pentagramma quali Jansen/Barbieri/Karn ("Ultimately for screwy
d.j." o l'etno "Mechanical city") , tanto che a tratti
paiono eccheggiare proprio le personalissime linee di basso del cipriota
ex-Japan! Affinità che non fanno altro che accrescere il gradimento
di questo disco che ci giunge da una terra non colonizzata dalle mode
e dai trend soffocanti.
Ascoltiamo "The heart", qui Vladimir pare davvero gareggiare
con un treno, tanto stantuffa sulle percussioni, ben supportato dal
nay (una specie di flauto) di Gafur Norbaev, dalle percussioni di
Olim Khakimov e dall'ud di Toir Kuzyiev... Impressionante. Cuore del
CD, è ovvio, la suite che da il titolo all'opera, "Greeting
from Nostradamus", cangiante piece ove ci si lascia trasportare
dai nostri musici in un enigmatico universo parallelo fatto sì
di abilità esecutiva, ma pure di tanta grazia e passione! Musica
che esprime sensazioni, emozioni... Come resistere allo straziante
sato di "Caravan enduro", apertura del piccolo tour ("Greetings...",
la suite, si protrae per una ventina scarsa di minuti) nei più
atri recessi della nostra anima? Od all'andamento circolare dell'ipnotica
"Bottomless abyss"?
Il disco è arricchito dalla presenza di tre bonus, tra le quali
una alternative version di "Greetings..." ridotta a meno
di quattro minuti ed una scatenata duduk version di "The heart"
ed una sacrale "Cold passion". Consigliatissimo! AM
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