Penso che siano pochi i lettori di Flash che conoscono il RIO (Rock
In Opposition), si tratta di una frangia del prog molto sperimentale
e dura, quasi sempre ostica da digerire e comunque musica tutt'altro
che rilassante e che non risponde a canoni di eleganza o di bellezza.
Sperimentalismo jazz spinto all'estremo, dove la ricerca di soluzioni
nuove e inedite è l'unica regola, se di regole si può
parlare. La Banda Elastica è un ensamble del Sud America di
sette musicisti: tre sax, una chitarra, un basso, una batteria e un
percussionista, che se l'udito non mi inganna suona anche lo xilofono
anche se non viene citato.
La musica proposta nei nove brani non è facilmente descrivibile,
ma devo dire che una volta superato il durissimo impatto iniziale
del primo brano che ironicamente di intitola "Modelo Para Amar",
ho iniziato ad apprezzare e a gradire la proposta di questo gruppo
con "Azul Ocre" e con la divertente "Suite Antonia".
Poi però ecco arrivare "Banda 1" e le cose non sono
più tanto chiare e facili da seguire a causa delle ritmiche
stranianti e di un solismo molto libero. Le cose non diventano più
semplici con i "Tres Piezas (In Memoriam L.J.)", dove il
ritmo si nasconde dietro a delle improvvisazioni sempre più
libere. "Alien Toy" chide con un po' di funky, il che da
un senso di maggiore appagamento e rincuora dopo le "arrampicate"
precedenti.
Come avrete capito non è musica per tutti e soprattutto va
presa a piccole dosi. GB
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