Il progetto musicale di Alberto “Baro” Molesini giunge
al quarto capitolo con una formazione che ruota sulla presenza di
alcuni musicisti che ritroviamo, Paolo Zanella alle tastiere, Gigi
Murari alla batteria, Nicola Rotta e Massimo Basaglia alle chitarre
e alcuni nuovi elementi come la cantante Elena Cipriani, il chitarrista
Baxnug e altri. Diverse voci hanno contribuito, dei vari nomi conosco
in particolare Jacopo Meille.
Il disco come da tradizione è un concept che prende spunto
dai racconti della “creazione” trasportati in un mondo
immaginario, Aionverse, e vuole approfondire le dinamiche tra gli
esseri che lo abitano. Siamo sempre nel territorio del prog sinfonico,
suonato con grande perizia, se i riferimenti primi si possono trovare
negli Yes e nella bella tradizione, non mancano anche paralleli con
quanto fatto da artisti più recenti come Magellan o Neal Morse.
Quella che ascoltiamo è musica vitale, enfatica, piena di passaggi
che trasmettono entusiasmo e amore per la musica. Se da un lato emerge
con forza la bravura di questi musicisti, dall’altro lato, quello
che ho apprezzato maggiormente, a colpire è la profondità
delle composizioni, la buona vena creativa che Baro dimostra.
Questo è un album che davvero non teme confronti con prodotti
esteri e che merita di essere apprezzato da un pubblico più
vasto di quello dei soli appassionati di prog. GB
Altre recensioni: Utopie
|