La Svezia ha partorito questa nuova formazione composta di quattro
musicisti innamorati della musica di fine anni ’70. Inizialmente
suonavano un blues molto sporco, poi si sono spostati in modo stabile
verso la psichedelia, con chiari riferimenti ai Pink Floyd, anche
se il gruppo è molto interessato anche alla musica folk e ad
un legame quasi soprannaturale con le foreste del loro paese, con
un linguaggio musicale teso a creare come un ponte fra questi elementi.
Il disco si apre con la breve “Entrance”, dove i suoni
della natura vengono presto coperti da una musica morbida, sospesa
tra il folk e la psichedelia. Poi è la volta della solare “The
Creek”, che propone delle belle melodie su un giro che sembra
uscire dal passato e che piacerà tanto a tutti i nostalgici
di Jefferson Airplane e Pink Floyd appunto. Il tempo di un breve passaggio
stralunato “I See A Man” ed ecco partire “The Nixie”,
altra ballata quasi sonnacchiosa, ritmi rallentati che ricordano un
caldo pomeriggio vagamente apatico. Più coinvolgente è
l’acida “Drowning”. “Storm” è
aperta dal suono di un temporale, è una bella piece strumentale,
molto vicina a certo prog non troppo concettuale. Un altro tassello
di questo viaggio nella prima psichedelia viene aggiunto con “The
Brooke Horse”, che gioca anche la carta dell’innesto di
alcune sonorità vagamente orientaleggianti, ma lo trovo un
episodio piuttosto noiosetto. Simpatica invece è “Lost
in the Swamp”, siamo lontani anni luce dalle visioni folli di
alcuni maestri del genere, ma almeno è un brano che risveglia
la simpatia verso una visione più fanciullesca. Una traccia
meno significativa precede la title track, che è un’altra
ballata, piacevole, ma non molto incisiva. Il disco si chiude con
la bonus track “Psilocybe Semilanceata”, che coi suoi
dodici minuti ci fa fare un viaggio cosmico che tocca vari generi
musicali, più sperimentale del resto del disco e anche più
interessante.
I Barrett Elmore sono una band dotata di buona personalità,
ma che deve ancora crescere per poter lasciare un segno duraturo nella
storia del rock, indubbiamente hanno imboccato una strada molto buona,
ma il cammino sembra ancora lungo. GB
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