Personalmente ho sempre avuto un debole per i dischi strumentali,
non perché non amo le voci nella musica, ma semplicemente perché
sono affascinato dalla ricerca sonora e dalle soluzioni che spesso
si vanno ad adottare per realizzare un album di Progressive Rock strumentale.
Serve coraggio soprattutto oggi nell’addentrarsi in questi meandri,
dove la musica predilige avere anche il canto, e le vendite lo dimostrano.
In questo caso la voce viene adoperata solamente come fattore narrante.
La musica dei toscani Basta! quindi non è di facile collocazione,
perché in essa risiedono differenti stili, in più il
clarinetto dona al tutto un atmosfera che oserei definire “speciale”.
Il gruppo si forma nel 2011 e subito vince l’U-Festival toscano
il quale da loro la possibilità di incidere un EP che vede
la luce nel 2012 con il titolo “Oggetto Di Studio”, pubblicato
da Materiali Sonori. Le date live forgiano l’insieme, e l’esperienza
del 2015 al Ver1 2days Prog+1 nel suonare prima della storica band
Area ha la sua valenza. Nel 2017 sempre in attività live con
il chitarrista Frank Carducci, per poi dare vita a questo album dal
titolo “Elemento Antropico”, grazie all’attenzione
della Lizard Records, tuttavia registrato nel 2016 e presentato in
Francia nel Crescendo Festival.
Il disco ha undici canzoni e la formazione che lo suona è composta
da Damiano Bondi (diamonica, tastiere), Roberto Molisse (batteria,
percussioni), Saverio Sisti (chitarre), Giacomo Soldani (basso) e
Andrea Tinacci (clarinetto basso, sax). La voce narrante è
di Riccardo Sati mentre troviamo anche il grande Fabio Zuffanti (Finisterre,
La Maschera Di Cera, Rohmer, La Zona, Höstsonaten, L’Ombra
Della Sera, La Curva Di Lesmo ed altre ancora) sempre al microfono
nel brano “Intro”.
Inizia la storia narrata di Samuel nel brano “Entro Nell’Antro”,
una ballata malinconica di buona presa, con forti tinte PFM anni 70,
ma è solo una parvenza, l’energia dei Basta! fuoriesce
a metà brano evidenziando una ottima ritmica ben rodata.
“Il Muro Di Ritmini Strambetty” è senza dubbio
un ottimo esempio di Crossover Prog, quello suonato anche dagli americani
Spock’s Beard. Da ciò potete dedurre che la melodia è
forte e ben eseguita, le linee compositive non vanno mai ad intrecciarsi
con tecniche strumentali fine a se stesse. Ma la mediterraneità
ha sempre la meglio, il sound ci è infine casalingo. Perfetta
fotografia del simpatico animale caracollante è “Doombo
(L’Elefante Del Destino)”, in un movimento sonoro caratterizzante
e dedito anche a momenti più spaziali e sognanti.
Prosegue “Zirkus” il discorso intrapreso, dove i Basta!
mostrano la sopra citata coesione.
“Entro L’Antro” fa di nuovo escursione fra i frammenti
della musica Prog anni ’70, e questo pone l’intero “Elemento
Antropico” in una posizione fra passato e presente davvero godibile
e scorrevole. Proseguono le storie narrate di Samuel nel circo fino
giungere alla pur breve “Intro” con la voce di Fabio Zuffanti.
Più elettrica “Schiacciasassi”, canzone che racchiude
in se un solo di chitarra davvero godibile. Per il resto lascio a
voi il piacere della scoperta.
“Elemento Antropico” è un disco carico di energia,
ben suonato e dalle caratteristiche ben definite, quelle che fanno
del nostrano Progressive Rock davvero un mondo unico ed immortale.
Macché Basta!... Ancora! MS
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