Reb
Beach ha un passato prestigioso, ha fatto parte di Winger, Dokken
(in sostituzione di Lynch), ha suonato con Alice Cooper e la sua biografia
racconta di collaborazioni con Clapton, Bob Dylan, Roger Daltrey,
Bee Gees e Howard Jones.
Reb si è tolto più di una soddisfazione e ha deciso
che fosse giunto il momento giusto per intraprendere la strada solista.
Per la verità ci aveva già provato, dopo l'uscita dai
Winger con il nome The Reb Beach Project, sfornando un album di power
blues sulla scia di quanto fatto da Pat Travers e Robin Trower.
Oggi lo ritroviamo accompagnato da Tommy Bellin al basso e Dave Throckmorton
alla batteria, la stessa impetuosa sezione ritmica del primo capitolo
solista, artefice di un brillante disco di Class Metal americano,
molto ruvido e poco incline a facili e banali melodie da classifica,
un grintoso incrocio fra lo stile essenziale degli Aerosmith e le
ultime produzioni di Glenn Hughes.
Il CD si apre con il brano "Dark Places" ed è subito
riffing diretto e deciso per un brano cadenzato che ricorda Brutal
Planet di Cooper. La track "Masquerade" sembra uscire dritta,
dritta dalla discografia di Mr Hughes col suo incedere trascinante
vicino al funky, ma è con la melodica "Ghost" che
l'album decolla. Bellissimo il riff di chitarra, mentre le linee vocali
sono a dir poco strepitose, un brano profondamente americano, un potenziale
hit single. "Better Shade of Grey" è un altro brano
ruvido dal buon impatto e la voce filtrata di Reb conferisce molta
atmosfera. "Bleed" gioca fra momenti acustici ed elettrici,
una ballad tutt'altro che scontata che presenta uno degli assoli più
ispirati dell'album. "Fanatic" è una delle tracce
che mi hanno più impressionato, altro brano cadenzato e potente
dal riffing coinvolgente e ispirato. Il penultimo brano è uno
strumentale tiratissimo che, partendo da un'impostazione chiaramente
blues, sviluppa melodie tipiche dell'hard americano e mette in risalto
la bravura e la spettacolarità di questo trio incontenibile,
con un ottimo solo di batteria (ovviamente oltre a quello di chitarra).
In chiusura un brano intimista e delicato dove Reb suona le tastiere
e si concede l'unico attimo di pausa dell'album e aggiunge un momento
sentimentale, assolutamente non sdolcinato, ad un disco ricco di passione.
GB
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