Pronti a farvi travolgere da un turbine di note sparate da chitarre
belle toste, il sofomorico albo dei Beautiful Creatures principia
con l'irruenza di "Anyone" e "Freedom", degne
figliocce di un certo rock moderno che dichiara la sua discendenza
da super-gruppi contemporanei quali Velvet Revolver ed Audioslave.
Essendosi fatti le ossa live suonando di spalla a Kiss ed all'OzzFest,
certo non possono passare più come dei novellini, sopra tutto
considerando che il debut omonimo del 2001 li ha catapultati all'attenzione
della critica. Avendo inoltre partecipato a colonne sonore di pellicole
e di show televisivi, si sono assicurati pure un seguito di giuovani
fan, il che non guasta proprio mai!
"Unforgiven" aggiorna i canoni dello street-rock, dosando
andamento vizioso e ciondolante ed un'attitudine assolutamente rude,
"Save me" è cupa ed anthemica, pur mantenendo una
carica sfrontatamente glam nel ritornello, "Empty" avanza
lenta ed inesorabile, "Never" è un concentrato di
furia, nei suoi tre minuti scarsi; "Straight to hell" coniuga
il verbo rock della nuova band di Slash e di Scott Weiland, la grungettona
"Ton of lead" rappresenta l'apice del disco, proponendo
una interpretazione corale davvero intensa, una ballad sentita e disperata
come pochi sanno scrivere, oggidì. Peccato che poscia si scivoli
sulle debolucce "I still miss you", "Starr cross"
ed "I wont be the one", adattissime a far lacrimar schiere
d'adolescenti, ma davvero insulse. Il livello torna a salire con le
bonus tracks "I got it all" e "Tear'in me up",
versioni demo davvero grezze e ruspanti (tralasciamo il rappaccio
di "Get up"), e "Straight to hell" ripresa dal
vivo.
Ancora qualche messa a punto, poi i Beautiful Creatures potranno partire
alla conquista del mondo! AM
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