E’
con estremo piacere che ritrovo i toscani Bededeum dopo il bel debutto
del 2002 dal titolo “Brevistele”. Li riporta alla nostra
attenzione il progetto Locanda Del Vento, della casa discografica
Lizard Records, nel quale vengono narrate storie, racconti e favole
dell’era Prog italiana anni ’70. Pur avendo alle spalle
solo due incisioni, il settetto di Massa Carrara affonda le proprie
radici nell’ormai lontano 1997. Della formazione originale oggi
ritroviamo solo due elementi, Antonio Pincione (chitarra) e Davide
Lazzaroni (voce e flauto), quest’ultimo anche maestro di scherma.
A completamento della band ci sono Chiara Vatteroni (arpa celtica),
Gabriele D’Ascoli (basso), Jacopo Bisagni (cornamusa, Whistles,
flauto), Martino Solvetti (violino) e Micaela Guerra (voce e percussioni).
Come avrete potuto intuire dalle strumentazioni adoperate, ci troviamo
di fronte ad un lavoro di musica popolare, con lontane radici celtiche,
ma miscelate alla nostra mediterraneità. Ecco quindi assaporare
diverse sonorità nell’ascolto di “Oltre Il Sipario”,
si possono sentire stralci di Pentangle, Fairport Convention, ma anche
il nostro compianto Fabrizio De Andrè, non a caso qui ricordato
grazie al rifacimento di ”Geordie”. E a proposito di mediterraneità,
ecco aprire il disco da “Le Pietre Bianche”, canzone che
rappresenta proprio la nostra terra ed il nostro mare. Partono subito
tutte le strumentazioni, dalla chitarra acustica al flauto, il Whistle,
l’arpa, lo scacciapensieri e i sonagli! La naturalezza con cui
gli artisti si muovono in questi antichi terreni è davvero
sbalorditiva, sembra quasi di affrontare uno sbalzo temporale. Una
musica dai fasti meravigliosamente affascinanti. Segue “Le Voci
Di Derry”, la quale racconta le vicissitudini di un uomo incatenato
sul ponte di una nave nell’oceano. Questo non è altro
che un arrangiamento di un brano tradizionale scritto in carcere da
Bobby Sands. Per i dettagli dei brani (tutti) vi rimando all’ottimo
libricino allegato ad una confezione a dir poco indovinata, preparata
da Simone Lazzaroni. Una edizione cartonata questa dei Bededeum che
porta con se proprio tutta l’antichità (chiamiamola così…)
che i nostri ci rappresentano in musica, in parole povere un perfetto
connubio fra musica, immagine e sostanza. I ritratti sonori si susseguono
con leggiadria, senza mai risultare pesanti, in maggioranza sono degli
arrangiamenti di brani tradizionali. Ci sono anche composizioni proprie,
come “Una Stagione All’Inferno”, oppure “Gerard
Duval, Tipografo”. Bello l’alternarsi delle voci, maschili
e femminili, le quali non fanno altro che donare al disco un velo
di colore seppia, quasi a renderlo ancora di più anticato.
La produzione sonora è assolutamente all’altezza, dieci
canzoni da ascoltare con piacere.
In un business musicale feroce, quello odierno, dove l’apparire
è più importante dell’essere, “Oltre Il
Sipario” acquista un valore ancora più prezioso. Una
musica senza tempo, calda e narratrice di storie fantastiche. Fermiamoci
ad ascoltarle e supportiamo la nostra musica, perché è
bella e fa bene al cuore, alla mente e all’anima. Spero solo
di non dover attendere altri sei anni per potere riascoltare questi
racconti dal colore acquarello, ma capisco anche la difficoltà
ed il coraggio nello scommettere oggi su certi prodotti. MS
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