La
scuderia dell’etichetta di Steve Vai si arricchisce di un nuovo
nome, quello del francese (almeno credo) Pierre Bensusan, un artista
premiato con l’Afim Award, un virtuoso nello stile del finger
picking.
Ora un disco acustico di quattordici brani con solo due tracce cantate
e suonato quasi unicamente da un chitarrista è un prodotto
molto di nicchia, ma Bensusan possiede uno stile originale e innovativo
e devo dire che certe sue soluzioni hanno saputo colpirmi in varie
occasioni. Ci sono dei passaggi estremamente squisiti, lo stile del
nostro è delicato e romantico, ma è così piacevole
che non sembra mai eccessivamente dolce, piuttosto è estremamente
rilassante e poetico.
I passaggi fra gli arpeggi, l’utilizzo degli armonici, la pennata
che arriva inattesa in momenti in cui non avresti immaginato, uno
stile che non disdegna il gusto per l’improvvisazione in composizioni
che non sembrano fatte per esprimersi in libertà, questo e
molto altro si trova nelle tracce intimiste proposte in questo incantevole
album.
E’ una fortuna invece che Pierre canti solo due tracce, mentre
in un altro paio fa qualche vocalizzo, perché non mi piace
la sua voce, non è per il cantato in lingua, a me piace il
francese, ma ha una cadenza che non trovo molto accattivante. Ma quando
suona non c’è proprio niente da ridire, è una
gioia per le orecchie di chi ascolta, certo qualche passaggio un po’
più rock non mi sarebbe per niente spiaciuto, ma il gusto espresso
in questo album è tale che riesco a sorvolare senza esitazioni
quelli che sono dei piccoli difetti o se volete delle trascurabili
ingenuità.
Bensusan ha uno stile affascinante, che non mancherà di piacere
agli amanti della sei corde acustica, in particolare per quelli che
amano rilassarsi e godersi un momento di estasi musicale dopo una
giornata ricca di tensioni. Un disco antistress al cento per cento.
GB
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