Con il secondo album i tedeschi Beyond The Void hanno fatto il salto
di qualità, il loro sound già interessante del debutto
è stato rivisionato e vitaminizzato. Alle tinte fosche, nostalgiche
e depresse sono state aggiunte grinta e rabbia in un tessuto metallico
di grande impatto emotivo. Il singer Daniel Pharos ricorda molto i
gruppi della dark wave ottantiana, con un flavour molto malinconico
e romantico e le sue tonalità morbide si sposano molto bene
con il sound del gruppo, che raggiunge un risultato potenzialmente
molto affascinante.
Il percorso offerto dal cd si snoda in dodici composizioni che hanno
una grande coesione e mostrano un songwriting deciso e ispirato, con
un appeal commerciale che non guasta in questo genere. Fin dal riffing
nervoso dell’iniziale “Defiance to the End” si respira
quell’aria morbosa tanto cara al genere. Grandi linee melodiche
con basso martellante e un drumming quadrato, ci sono tutti gli ingredienti,
tutti dosati con grande mestiere. Ascoltate “Reality Won’t
Do” per farvi un’idea di quello che intendo, oppure la
disperata “Nothing”. Altro ottimo esempio di goth metal
è la pulsante “Rejected”. Ma il disco si mantiene
sempre su livelli molto alti.
La band dimostra una predisposizione al successo su larga scala che
potrebbe arrivare molto presto, anche se sappiamo che la riuscita
di un gruppo non dipende solo dalla qualità della musica che
propone. Ma è sicuramente importante iniziare bene e i Beyond
The Void hanno iniziato molto bene. GB
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