Rock Impressions

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******* OVER THE TOP *******
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Black Country Communion - Afterglow BLACK COUNTRY COMMUNION - Afterglow
Mascott
Distribuzione italiana: si
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2012

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Era da un po’ che non mi occupavo dell’instancabile Mr the Voice of Rock Glenn Hughes, ma non è che l’avevo perso di vista, anzi ho seguito con attenzione l’evoluzione di questo suo nuovo progetto, condiviso con nientemeno che Joe Bonamassa, Derek Sherinian e Jason Bonham, l’ennesimo supergruppo? All’inizio sembrava proprio così, ma questa superband ha preso via via forza e siamo già al terzo album in studio, con un live licenziato appena prima di questo nuovo lavoro. La cosa che balza subito all’orecchio è la progressione qualitativa dei brani proposti dal quartetto, che ha raggiunto una bella maturità.

Si parte con un giro stop and go dominato dalla batteria, ed ecco emergere la magica voce di Hughes e sono subito brividi, l’hard rock elaborato di “Big Train” è una goduria, ma la sua vera forza è l’essere al tempo stesso diretto ed efficace, Joe si produce in un gran bell’assolo, ma è tutta la band che funziona come un orologio. “This Is Your Time” è aperta da un riff molto Zeppeliniano, del resto Glenn ha sempre guardato con grande ammirazione al quartetto storico e con il figlio di Bonham al fianco non ha certo resistito a riprodurre certe sonorità e il risultato è ottimo. “Midnight Sun” è ancora meglio, paga sempre un certo tributo alla band di Page e Plant, ma è un brano a cui è difficile resistere, anthemico e potente, con un Bonamassa scatenato e un Bonham in stato di grazia, poi la voce di Hughes come sempre da brividi. “Confessor” è un brano cattivo, che mischia potenza e feeling, un tour de force da scintille. “Cry Freedom” è un bel brano, con una bella musicalità, giocato su un blues vitaminico, ma è meno immediato, però che classe. A metà disco, come uno sparti acque ecco la title track, che parte piano, quasi intimista e ai limiti di certo prog, poi prende vigore, per ritornare ancora ad atmosfere carezzate. Ecco ancora l’ombra degli Zep che riemerge in “Dandelion” con tutta la sua carica emotiva. Mentre “The Circle è una ballata elettrica forse non proprio originale, ma ben fatta e che presenta alcuni momenti notevoli. “Common Man” è ancora un brano cadenzato di buon livello, anche se resta in linea coi precedenti, ottimo l’assolo di Sherinian, che di solito fa più un lavoro di sottofondo e di arrangiamento, qui si lascia andare in assoli da brividi, ottimo anche il finale. “The Giver” è un altro brano da brividi, Hughes è particolarmente ispirato, ma tutti girano a meraviglia. Si chiude con “Crawl”, che introduce qualche idea niente male a livello di suoni, un brano cattivo al punto giusto, con dei solos ispirati e la solita consumata bravura di tutti e quattro.

Di questo disco esiste anche la versione con bonus dvd con video del “Making Of” di oltre quaranta minuti e quattro video musicali. I BCC sono una grande band, di quelle che sanno come emozionare l’ascoltatore e questo disco contiene dei brani davvero riusciti, certo non sono il massimo dell’originalità, ma non è nemmeno facile comporre pezzi buoni in uno stile già spremuto da molte formazioni precedenti, ma loro ci sono riusciti alla grande, provare per credere. GB

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