Sciolti i Lavoirlinge attorno al 2009, Nicolò Carozzi (chitarra
e voce) fonda i presenti Black Mama, con l’intento di dar vita
ad un ensamble di rock blues moderno, ma saldamente ancorato al passato.
Lo seguono tre musicisti molto attivi nella zona di Verona, il secondo
chitarrista Gianluca Nordera (ex Oltremare, un gruppo di prog), il
bassista Paolo Stellini (ex Ensamble Uzi, dediti al free jazz) e il
batterista Andrea Machioretti (ex Anteo, metal), la varietà
di provenienze rende il sound di questo nuovo progetto piuttosto variegato
e ricco.
L’avvio con “ ’41 – ’61 “ è
esuberante, si respira un bel rock blues pieno di energia e il mestiere
si sente, la voce appare al vetriolo di Nicolò un po’
appannata, ma la resa sonora complessiva è buona. Molto più
avvincente il secondo brano “Tell Papa”, costruita su
un giro incalzante, che non lascia respiro e diventa base per assoli
notevoli, come quello di basso. Con “Blues is Blues si arriva
alla psichedelica spinta con lunghe improvvisazioni. Il blues più
canonico arriva in “The Slow One”, un pezzo sofferto,
che dimostra quanto i nostri siano ben calati nella realtà
musicale che vogliono rappresentare, anche se ancora una volta è
la voce che non mi soddisfa del tutto. Non male la resa di “
‘round Midnight”, siamo nel rock blues più classico
e il gruppo se la cava molto bene. La title track è un brano
roccioso, che mette in evidenza la buona coesione del gruppo, bravo
a creare quel mix di hard blues che dagli anni settanta è arrivato
fino ai giorni nostri, in alcuni momenti il cantante si riscatta,
in molti altri ancora non mi convince, ma l’assolo di chitarra
è davvero molto bello. “Snake Out Blues” nel giro
portante ripete un po’ idee già espresse, buona la parte
dedicata agli assoli. Si chiude con “Keepin’ My Style”,
che per metà sembra il solito giro bluseggiante, ma poi prende
corpo una sezione orientale molto psichedelica, che disorienta un
po’ se non si conosce il fascino che l’oriente ha esercitato
verso i primi anni ’70 su molti musicisti.
Nel complesso è un disco riuscito, la band emerge coesa e ci
sono delle buone idee, manca un po’ di personalità e
serve lavorare sulla voce, per il resto ci troviamo di fronte ad un
gruppo che ha degli ottimi argomenti per dire la sua in ambito rock
blues. GB
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