Torna il supergruppo veronese col secondo album, formazione intatta
come la guida in studio e produzione affidata ancora a Fabio Serra
(Røsenkreütz) una vera garanzia. La band prosegue nel
suo cammino dannatamente retrò, non fanno mistero della grande
passione per l’hard rock britannico, ricordiamo che nel debutto
era presente Ken Hensley e che in questo nuovo album compare la cover
di Green Eye degli Uriah Heep, un amore dichiarato con sincero orgoglio.
E ovviamente da menzionare anche la copertina opera del visionario
Rodney Matthews che non ha certo bisogno di presentazioni per chi
ama il rock.
Le undici canzoni presenti sono in perfetta linea con gli intenti
della band e la sensazione è ancora di trovarsi di fronte ad
uno dei migliori dischi di hard rock italiano degli ultimi anni. Il
cantante Andrea Vilardo ha una voce che mi ricorda un incrocio fra
John Schlitt (Head East, Petra) e David Byron. Gli assoli di hammond
di Simone Bistaffa sono carichi di gusto e incarnano molto bene le
atmosfere dei classici a cui si ispirano. La chitarra sicura di Zago
è una garanzia così come la rodata sezione ritmica composta
da Francesco Dalla Riva e Walter Mantovanelli. Alcuni pezzi mi hanno
proprio convinto, presentano un songwriting ispirato e ricco di vibrazioni
positive.
Un’opera seconda che conferma la bravura di questi musicisti,
un disco fatto con amore e vibrante piacere per la musica. GB
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