I Blue Mammoth provengono dal Brasile e si formano nel 2009. Il Prog
proposto è di chiara matrice sinfonico-classica con tastiere
e chitarre in evidenza, aperta a soluzioni Hard Prog. L’amore
che dimostrano per il genere è contagioso, la lezione degli
anni ’70 ed ’80 è palesemente assimilata.
Un Mammoth Blu, mi piace pensare che l’abbinamento animale-colore
sia voluto a questa logica: spesso noi scrittori di Prog chiamiamo
gli artisti del passato più importanti “dinosauri”,
perché grandi ed antichi, poi il blue sta a dimostrare la fantasia,
l’estro e l’unicità dell’animale (quindi
della musica proposta).
Ma scherzi a parte, il gruppo dimostra con “Blue Mammoth”
una forte amalgama ed un gusto per le melodie altamente spiccato.
Non disdegnano neppure passaggi nel New Prog e nell’AOR. L’Overture
mette in chiaro i loro intenti, la sinfonicità e la profondità
della musica. Con “The King Of Power” si divertono a scorrazzare
nel DNA del Prog e vanno spesso su quello degli Yes. Belle fughe strumentali,
quelle che piacciono tanto ai fans del genere. Il cantante e tastierista
Andre Micheli ha una buona voce e riesce ad interpretare a dovere
i brani a seconda delle necessità. Il basso è affidato
alle mani di Julian Quilodran, la batteria a Thiago Meyer e la chitarra
a Cesar Aires.
“Winter Winds” è una semi ballata orecchiabile
con un bel momento pianistico finale. Ancora cambi di tempo con “Metamorphosis”,
dal profumo antico, solo graffiata dalle chitarre distorte e quello
che ne scaturisce è un suono che accalappia l’attenzione.
“Growin’” ed i suoi otto minuti è uno dei
passaggi più interessanti dell’intero album. L’epicità
prosegue nelle mani di Aires, spesso ho avuto sensazioni che provavo
all’ascolto degli IQ negli anni ’80.
Dolce e molto tastieristica “Who We Are”, mentre con “The
Sun’s Face Through Dark Clouds” i Blue Mammoth giocano
a fare i Gentle Giant. Altro punto alto della mia personale graduatoria
risiede in “Quixote’s Dream”.
Finale d’artificio con “Infinite Strangers” e qui
vengono fuori tutte le radici della band.
Questo lavoro lo consiglio a tutti gli appassionati del genere, ma
anche a chi ascolta Metal, buona musica in generale e a tutti coloro
che vogliono avvicinarsi anche per la prima volta a questo meraviglioso
genere. Il Brasile non è nuovo a queste sorprese, ora dopo
questo buon debutto, attendiamo sviluppi. MS
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