Il
vocalist Rick Cartey ha fondato le radici del gruppo nel 1994 con
una formazione chiamata Passion Street con almeno un album all’attivo.
Dopo vari cambi di line up il gruppo cambia nome in quello attuale
con il solo Cartey superstite. La formazione è quella classica
a cinque con voce, chitarra, tastiere, basso e batteria, anche la
musica non offre particolari novità, si tratta di un hard melodico
che sembra uscito dagli anni ottanta con vari richiami all’hard
americano di matrice glam, ma anche con velati accenni settantiani
e la voce di Cartey che ricorda molto da vicino quella del mitico
cantante dei Journey.
Monsters è il debut album e presenta nove tracce nel segno
della tradizione, non ci sono novità o invenzioni, ma tanto
hard rock con una voce graffiante e un ottimo lavoro di chitarra ad
opera di un ispirato Pat Heath. Apre abbastanza bene “Knife
In My Back”, ha la grinta giusta, con un giro convincente di
chitarra. “Arabia” è già meno coinvolgente,
ma ha un assolo di chitarra veramente molto coinvolgente che salva
il pezzo. Più o meno lo stesso discorso vale per la dignitosa
“Strange Days” che ha anche un refrain abbastanza riuscito,
ma non lascia comunque il segno. Molto meglio la catchy “I Want
You”, molto americana, ma anche efficace nel suo incedere. “Dreams
Never Die” sembra la versione povera di “How Long”
di Phil Collins, un episodio veramente mediocre che affossa l’album.
“Walls Come Down” è glam puro e suscita anche qualche
emozione. Un altro piao di brani anonimi e poi è il turno della
finale “Age of Chaos” che è tutto tranne quello
che promette, un compitino svolto con diligenza, altro che chaos.
Per qualcuno il tutto può bastare, ma con tanti capolavori
in campo hard melodico sarà difficile trovare un mercato per
un titolo come questo, forse con i prossimi lavori il gruppo saprà
dare una prova più convincente e allora potremo rivedere il
giudizio in termini più positivi. GB
|