Federico Sadocco in arte Brent Steed è il poliedrico artista
che ha dato vita a questo progetto, che lui stesso definisce Ufo Space
Rock, in altre parole ad un primo ascolto mi è sembrato una
versione meno ruvida di Devin Townsend, non tanto per la musica proposta,
anche, ma più per la forza visionaria delle sue composizioni,
penso in particolare al disco Ziltoid.
Il disco che ci presenta è composto di sette tracce, la prima
eponima è poco più di un intro, poi entra “Space
KravBoy”, ci sono delle linee melodiche ottantiane molto ben
riconoscibili, tessute su di un metal ruvido e sperimentale, che contrasta,
ma rende intrigante il risultato. Anche “Mother!” attacca
con un piglio ottantiano che si mescola col metal acido e low fi,
l’intuizione di Federico di mischiare queste sonorità
così lontane è interessante e crea un mix dal buon potenziale.
In “Down On Me” il nostro abbandona il metal per comporre
una ballata dalle sonorità articolate e non banali. Con “Liar”
si torna ai suoni acidi, con reminiscenze Hawkwind nel riff portante
della chitarra, una citazione quasi doverosa per chi vuole accostarsi
allo Space Rock. Anche “She’s Just a Punk!” ha una
bella linea melodica, purtroppo penalizzata dalla produzione. Il percorso
si conclude con l’intimista “Into Your Heart” che
dimostra ancora il gusto di Sadocco, un artista che ha delle belle
intuizioni musicali.
Brent Steed è un progetto che potrebbe regalarci belle sorprese,
le composizioni qui proposte hanno qualcosa che colpisce, però
serve anche una produzione adeguata per far brillare le buone idee
qui contenute, non sempre il low-fi (che a me è sempre piaciuto)
facilita le cose. Aspettiamo dunque un lavoro più curato nei
suoni, nell’attesa questo antipasto può solleticare l’appetito.
GB
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