Questo
gruppo di recente formazione prende il nome da una canzone dei Pentagram,
quindi si può facilmente immaginare il genere musicale a cui
i nostri si vogliono ispirare: un heavy doom settantiano. L’album
omonimo di debutto è uscito nel 2005, seguito l’anno
seguente dal secondo, entrambe pubblicati dalla I Hate Records, da
segnalare anche un singolo edito nel 2006 dalla Rise Above. Nymphs
& Weavers è quindi il terzo, ma il primo su Transubstans.
I Burning Saviours non suonano un doom down tempo, piuttosto fanno
un metal molto ottantiano ed epico, talvolta con influenza folk, grazie
anche all’apporto del flauto suonato dal nuovo singer Fredrik
Andersson, che suona anche le tastiere. Penso di poter dire che l’ingresso
del nuovo singer di sicuro ha avuto un impatto importante sul sound
di questi artisti, anche se io non conosco i lavori precedenti, inoltre
è entrato nel gruppo anche un nuovo chitarrista solista, mentre
sono rimasti al loro posto la sezione ritmica e il chitarrista ritmico.
“Looking After the Phyre” apre il disco con un incedere
molto ottantiano, nella tradizione della miglior NWOBHM. Ma le vere
sorprese arrivano con il doom folkeggiante della bellissima “Pondhillow’s
Finest”, qui il gruppo dimostra tutta la propria creatività,
sarà perché mi piace il folk metal, sarà perché
mi piace il doom, ma questo brano mi ha stregato. “The Spellweaver”
invece ricorda certe soluzioni armoniche dei Manowar, quindi è
più doom epic e siamo sempre ad un livello più che discreto.
“Woodnymph” è dominata dal flauto e non può
non ricordare i maestri Jethro Tull anche se in chiave molto più
metal, ma poi durante il cantato la musica si fa suadente e onirica,
altro brano molto, molto bello. L’heavy ottantiano ritorna alla
grande con l’anthemica “Dreaming of Pastries”, miele
per le orecchie di chi ha vissuto quegli anni. “Signs”
è un brano un po’ anonimo, ma nel complesso ci può
anche stare. “Trinity” ci riporta ancora in territorio
NWOBHM, una buona track, ma manca l’effetto sorpresa di prima.
Con “Hillside Mansion” torna prepotente il folk metal
epico e doom, non posso chiedere di meglio, in alto le pinte di Guinnes!
“Exposed to the Heat of Solace” aggiunge un tocco di blues
acido e dannatamente oscuro al disco e il cantante fa anche il verso
a Ozzy, confermando una discreta creatività dei nostri.
I Burning Saviours mi sono piaciuti fin dal primo ascolto, come del
resto quasi tutti i dischi targati Transubstans, certo è musica
con una certa dose di nostalgia, i suoni sono volutamente “datati”
e a me piacciono proprio per questo, al cuore non si comanda. GB
Sito Web
Per un assaggio: http://www.myspace.com/burningsaviours1
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