Qualche anno fa l’ottima Ark Records aveva riproposto in un
box la discografia dei Trees, band partenopea di ottimo spessore,
purtroppo l’esperienza Trees sembra essersi conclusa, ma ritroviamo
due dei tre componenti della band in questo nuovo progetto musicale,
i cugini Francesco e Nino Candia, chitarra e Synth il primo, basso
il secondo, mentre alla batteria siede Davide Fusco.
Cold Wave, Trip Hop e pop evoluto si intrecciano in questo disco delicatamente
emozionante, in apertura del cd si viene subito avvolti dalla spiritualità
di “Human and Divine”, un brano che possiede echi profondi,
dove l’eleganza entra in un livello superiore, che supera la
semplice estetica. Questo concetto non facile attraversa tutto il
cd, mi vengono in mente anche certe intuizioni musicali di Duncan
Patterson coi progetti Ion e Antimatter, quest’ultimo condiviso
con Danny Cavanagh e tanto per restare in tema ci sono accenni anche
agli ultimi Anathema. Un rock che parla all’anima prima che
ai sensi, anche se coinvolge entrambe. Citare i singoli tasselli che
compongono il lavoro è limitante, Altalena di Cera è
un disco da ascoltare nel suo insieme, anche se i brani presi singolarmente
funzionano molto bene come “Sonia” o “Trees”,
belli anche i testi che sono profondi e si fondono con le musiche
in un unicum riuscito.
Bello questo disco, che accarezza i nostri sensi con una raffinatezza
rara. È quasi un mistero come si possa trovare artisti così
ispirati in una contemporaneità sempre più caotica e
urlata, dove sempre più spesso si leggono segnali di sfiducia
e di rassegnazione. Questo disco in un certo senso va contro corrente
e ci dona la possibilità di credere che non è ancora
tutto perduto. GB
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