Se vi portassero bendati in una stanza per farsi ascoltare un disco
e facessero partire l'ultimo parto dei Cannon, vi basterebbero poche
batture di "Guardian Of The Night" (preceduta da una breve
intro strumentale) per inquadrare nazionalità e genere che
vi aspetta sino alla quattordicesima traccia che compone "Burning
Love", ed i Cannon non tradiranno le vostre aspettative da buoni
tedeschi quali sono.
La voce stridula ed affilata di Mat Rein Jaehnke caratterizza l'heavy
metal melodico di matrice europea professato dalla band che si basa
sull'incessante lavoro di Walter Mueller (bt) e Steve Carring (bs,
tast, cori) che supportano con forza e precisione il gran lavoro del
chitarrista Oliver Krueger, membro originario dei Cannon insieme a
Steve e Mat sin dal 1988 quando debuttarono con "Thunder And
Lightning".
Il loro nuovo disco passa in rassegna un mix di heavy metal alla Accept
(ed il timbro di Mat ricorda molto quello inconfondibile di Udo),
Pretty Maids, Bonfire ed Helloween, senza tuttavia suonare troppo
simili a questi inarrivabili (per loro) campioni del genere. I Cannon
si sanno difendere e svolgono un buon compito che non rilancerà
i loro destini da un punto di vista della notorietà su ampia
scala o delle vendite, ma esso testimonia il caparbio amore che il
quartetto nutre verso la musica, tanto che non troverete cadute di
stile o 'riempi-disco' in "Burning Love" come non troverete
particolare originalità.
Se avete nostalgia di una scuola che conobbe momenti di gloria negli
anni ottanta, o se siete giovin virgulti che vogliono conoscere i
caratteri distintivi di un genere senza spendere una fortuna in decine
di dischi, questo disco funge da buon compendio per poi approdare
ai maestri. Ma attenti a non ustionarvi con l'incalzante "Guardian
Of The Night" o le anthemiche "Burning Love" e "One
World", i Cannon non sono pivellini o dilettanti! ABe
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