Rock Impressions

Alex Carpani - Waterline
ALEX CARPANI - Waterline
Cypher Arts
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog
Support: CD - 2007

Esiste un sottile confine fra il Rock canonico, dove tutto è familiare ed il Rock Progressivo, dove si esula dalle regole e si resta destabilizzati nei confronti dell’inesplorato. Questo sottile confine è come un velo ed Alex Carpani, con il suo concept, lo analizza attentamente.

In “Waterline” però non si parla di musica, lo stesso velo si presenta alla soglia di due mondi, il terrestre a noi conosciuto e quello sommerso, inquietantemente ignoto. Una linea sottile, un confine effimero, misterioso se vogliamo, ma inevitabilmente importante. Un concept che trascina l’animo fra le onde del mare, fra sirene e scogli per poi sconfinare nell’infinito.
Carpani per raccontarci la storia si circonda di molti artisti, fra i nomi più altisonanti citiamo Aldo Tagliapietra (Orme) al microfono e Dan Shapiro al basso. Completa la formazione base Marco Fabbri alla batteria, Ettore Salati (The Watch) alla chitarra e Fabiano Spiga al basso, il tutto ovviamente sotto le veci delle numerose tastiere di Alex.

Ma le sorprese non finiscono qui, chi segue il Progressive Rock non può non rimanere colpito dall’artwork, stranamente familiare. Ebbene si, Paul Whitehead (Genesis, VDGG, Orme) è l’autore dei disegni e non solo, anche coadiutore nei testi, per la gioia di tutti gli estimatori di quest’arte. Ecco, questo è il termine giusto per descrivere “Waterline”, “Arte” e racchiude in se tutto ciò che aggrada la mente. Orecchie ed occhi godono di questi espedienti.

Non ci sono suite, al massimo si raggiungono i cinque minuti e mezzo per un brano, undici piccole gemme sapientemente curate dalla produzione discografica dell’americana Cypher Arts. La musica è interprete madre, “Waterline” nasce strumentale nella mente del nostro artista nel 2003 e solo oggi, con il tempo, diventa progetto effettivo. L’ascolto di “The Siren And The Mariner” ci presenta un suono pieno, con un piede nel passato ed uno nel presente. La voce di Tagliapietra la conosciamo tutti, enfatica e splendida interprete di questi acquarelli sonori a lui molto cari, ma nel brano c’è anche una presenza femminile, quella di Beatrice Casagrande, la sirena. Tastiere e chitarre si alternano in brevi assolo, spezzati solamente dai cambi di tempo della ritmica. C’è spazio per il New Prog, IQ in primis, un suono lievemente nostalgico e carezzevole, quello della strumentale “The Levees’ Break”, che farà sicuramente la gioia di tutti gli estimatori del genere. Dolcissimo il flauto di Cory Wright. Ovviamente a farla da padrona sono le tastiere, oltre che i cambi umorali. “In The Rocks” si concede puntate sottili nel Jazz, lievemente accennate dal Sax di Wright, un piccolo sguardo verso i Van Der Graaf Generator. L’onda del pianoforte ci trascina alla riva del Prog. Per i nostalgici dei Genesis c’è “Reclaimed” con il suo intro pianistico dei tempi che furono, ma quando la chitarra si lancia è un piacere adrenalinico a parte.

Ma non stiamo qui a parlare di un disco per passatisti, non ci sono solo richiami ai vecchi “dinosauri” del Rock, c’è anche personalità ed un gusto per la melodia decisamente sopra la norma. Ecco la linea sottile che divide il Rock e ad Alex sembra piacere essere funambolo.
Strambata verso gli Emerson lake & Palmer con “Agua Claro”, tanto per non fare torti a nessuno, mentre in “Starcurrents” è il Banco Del Mutuo Soccorso a presentarsi nella mente. Questo ricercare gruppi di riferimento non è accanimento critico, semmai un sottolineare la grande cultura storica presentata da Carpani. L’ascolto scivola via come sabbia fra le dita, personalmente rimango affascinato dai momenti più Canterburiani di “Song Of The Pond”, brividi sulla pelle che scorrono anche grazie al flauto. Il brano più ritmato si intitola “A Gathering Storm”, impossibile resistere al ritmo della chitarra, del basso e del sax!
Il disco si conclude in un crescendo emozionale, passando per “The Waterfall” (Goblin in cattedra) e “Catch The Wave”, per terminare con il “Prelude in C Min. (BWV847)” di J.S. Bach.

Ora gridare al capolavoro è francamente eccessivo, anche se non distante, ma di una cosa sono sicuro, “Waterline” girerà molto spesso nel mio lettore cd. Quando l’arte chiama, il cuore risponde. MS

Altre recensioni: The Sanctuary; L'Orizzonte degli Eventi; Microcosm

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