Rock Impressions

Chest Rockwell - Vs. The World CHEST ROCKWELL
Vs. The World (cd 2006)
Total Victory (cd 2009)
Selfproduced
Distribuzione italiana: no
Genere: Prog
Chest Rockwell - Total Victory

Una delle cose che mi piacciono di più da quando ho iniziato a scrivere è vedermi arrivare dei cd da gruppi che non conosco di paesi lontani e che non hanno distribuzione in Italia, ma alle spalle tanta passione che vogliono condividere con uno scribacchino come me, che nonostante tutto è sempre in cerca di nuove emozioni. Gli americani Chester Rockwell sono proprio una di queste band che crede ancora nella musica. Nei sei anni di vita hanno prodotto tre album e alcuni singoli, questi che recensiamo sono il secondo e il terzo album. La musica di questa band è molto varia e poco definibile, per lo più si tratta di un prog moderno, con influenze indie e post rock, ma anche queste definizioni non rendono abbastanza l’idea di cosa propone questa band che risulta davvero molto originale e fuori dagli schemi.

Le strutture armoniche sono complesse anche se non c’è una ricerca voluta della complessità, infatti sono mediate da belle melodie vocali. Si alternano momenti onirici a belle ballate dal sapore pop evoluto, ma ogni tanto compare anche qualche riff elettrico di chitarra a surriscaldare gli animi. È un prog carico di tensione e di suggestioni quello di questi quattro musicisti, che suonano in piena libertà e senza rifarsi a modelli precisi. Gli album superano di poco i quaranta minuti, come ai bei vecchi tempi e non c’è un minuto per distrarsi, la musica cambia come le immagini di un caleidoscopio e si susseguono senza sosta le immagini sonore disegnate da questi quattro visionari del prog rock.

Vs. The World si apre con un temporale, nei film americani quando piove c’è sempre una scena triste, c’è sempre qualcosa che va storto, per i Chest Rockwell questo temporale prelude ad una musica malinconica, ma che è dotata anche di una complessità ritmica molto intrigante, un tappeto armonico che sa di classico prog sinfonico e dei suoni moderni, con tempi mai scontati o banali. Lo spessore poetico della musica dei Chest Rockwell è davvero molto alto, non è una poetica bucolica, ma contemporanea, che ha umori talvolta nervosi e aggressivi come questo tempo moderno, accostati a belle melodie, sembra quasi un incrocio fra i primi Genesis e i Radiohead, ma senza assomigliare a nessuno dei due. L’album è davvero incantevole e non c’è un brano sotto la media. Davvero sorprendente nelle sue intuizioni e molto bello.

Total Victory segue le traccie dell’album precedente, ma è più maturo e costruito, molto bello il brano iniziale “Being an Able Man”, che pone subito l’attenzione sull’abilità compositiva di questa band. “2 Pumps Away” ha delle ritmiche sorprendenti, a livello vocale c’è qualche sbavatura, ma le parti strumentali sono notevoli. Il disco è diviso in parti, nella seconda il gruppo tira fuori i muscoli e arrivano sfuriate in “Body Prop”, i due brani successivi che hanno lo stesso nome sono meno aggressivi, ma la tensione rimane sempre alta. Ma il vero gioiello del disco è “11 Is the New 7”, un brano che sono convinto metterà d’accordo molti appassionati di prog. Il disco si conclude con altri due brani sempre molto interessanti.

Questi Chest Rockwell senza tanti mezzi alle spalle hanno dato vita ad un prog veramente coinvolgente e dimostrano, come hanno fatto ad esempio i grandissimi Echolyn, che anche dall’America possono arrivare ottimi gruppi di questo genere. GB

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