Uscito già da qualche settimane (ma da poco acquistato), "We
Are The Stars" è l'ultima fatica in studio della band
svizzera China, un album solare e allegro, ispirato alle ariose e
melodiche sonorità americane anni ottanta, una ventata di allegria
e positività che ogni tanto è necessaria e benvenuta,
e chissenefrega se ciò va a discapito dell'originalità.
Le radici della band risalgono peraltro alla fine degli anni '80 con
l'omonimo debut-album pubblicato nel 1988 ed altri quattro rilasciati
sino al 1995 (imperdibile "Sign In The Sky" del 1989) quando
"Natural Groove" tentò di accodarsi al carrozzone
grunge reclutando un nuovo cantante, ma fallendo giustamente e miseramente
nello scopo. Nel 2007 i China tornano insieme e pubblicano tre anni
dopo il discreto "Light Up The Dark" capitanati nuovamente
dal singer Eric St. Michaels e sempre col chitarrista Claudio Matteo
quale unico superstite dell'originaria formazione.
Sul finire del 2013 esce "We Are The Stars" contenente dieci
brani splendidamente prodotti da Thommy Henriksen (Alice Cooper) e
Corey Todd Tayler (Slipknot, Stone Sour) che permettono di godere
appieno della vitalità e freschezza espositiva della band che
ci accoglie con la divertente e dinamica "Crazy Like You",
simpatico mix di Poison, Boston e Night Ranger reso con suoni potenti
e rotondi ed una verve di gran presa come il refrain ruffiano, anthemico,
scontato e irresistibile!!! Anche se "That's A Lot Of Love"
copia (a volte spudoratamente come nella strofa, altre volte più
subdolamente come nel refrain) "Run To You" di Bryan Adams
possiamo irritarci o far finta di niente e goderci questa scarica
di melodia ed energia, senza dare troppa importanza all'inganno, mentre
"Everywhere You Are" è più leggera e con un
tocco fra Nickleback ed ultimi Bon Jovi e il suo testo è stato
scritto da Corey Taylor degli Slipknot. Molto da boy-band è
il pop di "Uninvited" che è passata senza lasciarmi
alcuna traccia, mentre "Circles In The Sky" si muove è
indecisa fra ballad ipnotica e rock song. Fortunatamente si torna
al rock duro e disinvolto con "Kisses On Fire" le cui sonorità
riportano a qualcosa fra Angel, Boston, Firehouse e Poison, ma almeno
riesce a divertire, mentre "Breakdown" e "Inside Out"
puntano su toni più maturi e dagli arrangiamenti più
ricercati che portano "Remember My Name" a diventare una
ballad aperta quanto totalmente priva del benchè minimo spunto
proprio. Eccoci arrivati alla fine con la titletrack che emana gioventù
dai suoi brufolosi pori e convoglia in un'unico brano Coldplay e Wig
Wam.
Avrete capito come questi China siano ben lontani da quelli che firmarono
l'ottimo album "Sign In The Sky", ma a parte alcune canzoni
troppo 'mosce' o cartacarbonate da famosi hits del passato, "We
Are The Stars" riesce ad offrire alcuni momenti di evasione e
divertimento e proprio per questo motivo li sottopongo anche alla
vostra attenzione. Con le dovute cautele appena citate, resterete
soddisfatti di "WATS". ABe
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