Rock Impressions

Circus Maximus - Isolate
CIRCUS MAXIMUS - Isolate
Frontiers
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2007

Avevo recensito il primo disco “The 1st Chapter“ con enfasi, avevo scoperto un gruppo nuovo di Prog Metal più distante dai soliti stilemi. Meno Dream Theater, pochi Symphony X, anche se le influenze inevitabilmente sono obbligatorie, ma per il resto avevo trovato in loro grande personalità ed una voglia speciale di fuoriuscire dai soliti canoni.

Giunge ora nelle mie mani il secondo cd dal titolo “Isolate“ e non vi nascondo che mi sento eccitato per l’evento. Ma cosa succede? Dream Theater, Symphony X e compagnia bella ritornano alle mie stanche orecchie. Scale Metal Progressive trite e ritrite, ma dove sono finiti i miei Circus Maximus? Non che il disco sia brutto, per carità, un gran bel ascoltare, non c’è che dire, ma la personalità di cui parlavo sembra essere stata sopita dalla solita voglia irrefrenabile di mettere in mostra i cosiddetti muscoli.

Grande accademia dunque in ogni pezzo, uno su tutti è “Sane To More”, sembra uscito da “Awake”. Certo che è bello, ci mancherebbe altro, ma la parola Progressive ha un suo significato, sinonimo di crescita, arricchimento. Più interessanti risultano i momenti rockettari, quasi alla Pretty Maids. La voce di Michael Eriksen è sempre bella e cristallina, intelligente nel non strafare, mentre le tastiere di Espen Storo ricoprono un ruolo decisamente sopra le righe, quasi di primo piano. Davvero bella la ballata di turno, ma anche in questo caso ricadiamo nella solita buca. Cosa si deve fare oggi 2007 per cercare di uscire da queste sabbie mobili, credo che lo sappiano solo Porcupine Tree, Beardfish, Three e pochi altri.

Il disco lo consiglio caldamente sia a chi si vuole avvicinare mestamente a questo mastodontico genere musicale per la prima volta, sia agli amanti di buoni assolo di chitarra , visto che di tanto in tanto qualcosa fuoriesce dalle mani di Mals Hangen. Anche ai veri fans di Prog Metal sono sicuro che piacerà da morire, gli ingredienti ci sono davvero tutti per un grande ascolto, ma personalmente mi sento deluso, speravo in una diversa evoluzione, visto l’esordio. Devo mettere sulla bilancia anche il fatto che oramai ho ascoltato così tanti gruppi del genere che credo di essere andato in overdose, questo è vero, ma allora perché con alcuni dischi questo non mi accade? Il mio intuito difficilmente sbaglia e credo che se i nostri non cambiano rotta al più presto, saremo noi a dimenticare in fretta il loro nome.

Per gli amanti del suono dico che la produzione è buona e nitida, anche se a volte le tastiere sono troppo in evidenza. Bravi, ma…. Attenzione. MS

Altre recensioni: The First Chapter


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