Questo nome suonerà familiare ai fans degli Iron Maiden, non
solo un titolo di un brano, bensì una cover band. Fermi! Non
fuggite via dalla recensione, sotto il nome di cover band è
vero che si nascondono svariate insidie e che generalmente dopo l’ascolto
si ha la voglia di prendere l’originale, ma il quintetto in
questione ci prepara un disco davvero interessante. Fulvio Trinca
segue a dovere la produzione e la band riesce a comporre nove brani
davvero credibili, anche se ovviamente debitori alla Vergine Di Ferro.
Per non parlare della ciliegina sulla torta, ossia il brano conclusivo
del disco, “Hallowed Be The Name” (per chi non lo sapesse
successo degli Iron Maiden) con il mitico Andrè Matos alla
voce!
Gab Bernasconi (Voce), Luca Princiotta (Chitarra), Marco Demartini
(Chitarra), Paolo Turcatti (Basso) e Manuel Pisano (Batteria), non
sono degli sprovveduti, la tecnica esibita è paragonabile a
quella della band presa in considerazione. Non a caso i The Clairvoyants
hanno collaborato anche con artisti come Matos stesso, Timo Kotipelto
(Stratovarious) e Blaze Bayley (guarda un po’ anche lui negli
Iron Maiden). Il palco negli anni li ha forgiati a dovere ed oggi
è giunto il momento di fare il passo importante, non cover
ma brani propri ed il risultato, credetemi, supera nettamente la sufficienza.
E’ inutile rimpinguare questa recensione di riferimenti, il
discorso di per se è gia chiaro, tuttavia non mi esulo dal
sottolineare alcuni passaggi davvero interessanti, come in “Journey
Through The Stars”, dove il quintetto sfoggia al meglio quanto
assimilato e anche una buona personalità.
Bravo Bernasconi al microfono nel non fare troppo il verso a Dickinson,
ottima scelta, anche perché la sua voce è bella così
com’è. Più personale “The Lone” e
con “Choose The Truth” prosegue la cavalcata sopra le
melodie ariose e sostenute. Bisogna giungere a “The Pain Of
Sight” per staccare un momento e comunque ripartire con “Sheer
Hate” fra rasoiate di chitarra. Ovviamente siamo anche di fronte
a ritornelli epici e il gran finale con “Step Aside” (la
mia preferita), “Closure”, la title track “Word
To The Wise” e la gia citata (e perfettamente riuscita) “Hallowed
Be The Name”, valgono il prezzo del biglietto.
Personalmente promuovo i The Claircoyants e li consiglio inevitabilmente
a tutti gli amanti della NWOBHM, per gli altri beh, guardatevi intorno,
anche se non escluderei a priori di entrare in un genere proprio anche
grazie a questo disco. MS
Altre recensioni: The Shape of Things
to Come
Sito Web
|