Un altro esordio, questa volta proveniente dal Veneto, dalla provincia
di Vicenza. Guardo il cd e vedo un disegno che rappresenta un bicchiere
di vino (per giunta rosso che è più vigoroso) ed un
nome come Clyaytoride che fanno presagire ad un percorso Rock ruspante,
di quello che si suona soltanto perché si vive. Leggendo poi
all’interno “registrato (in analogico ed in diretta) alla
Prosdocimi Records con la produzione di Mike 3rd (Ex KGB)” ho
la conferma di quello che l’occhio mi ha suggerito durante la
visione della copertina. A questo punto non resta che l’orecchio,
cosa si ascolta in “For His Wine And Chamber”? Certamente
Rock, l’occhio non ha sbagliato, però semplice e diretto,
a volte riflessivo ed a tratti nervoso, spruzzato lievemente da quella
odierna tendenza che si chiama Post Rock. Il cantato è in inglese
e questo si sa, dona all’ascolto più fluidità
e musicalità.
“Ignorance” è un brano che scopre subito le carte
e mostra cosa è il Rock oggi, fra importanti riferimenti al
passato ma soprattutto con uno sguardo verso il futuro, fra un buon
ritornello e delle giuste coralità d’accompagnamento.
Per futuro intendo che il Rock non deve necessariamente gridare per
farsi ascoltare, la nuova tendenza che comunque dona all’ascolto
una veste più elegante. Il cantato a volte è decadente,
certamente sentito e riflessivo. “Something In Your Shoes”
mette in evidenza l’importante ruolo del basso e comunque non
c’è intenzione di sperimentare, piuttosto di comunicare
in maniera diretta. Il quintetto suona bene, senza strafare, e all’ascolto
si capisce bene che i brani sono stati testati e rodati prima in sede
live, “Mexico” lo dimostra. Sono formati da Andrea Pasquetto
(voce, tastiere), Gregorio La Salvia (chitarra e voce), Stefano Sartori
(chitarra e voce), Matteo Tretti (batteria) e Michele Thiella (basso).
“Ocean’s Return” gode di reminiscenze anni ’80,
quando il Post Punk si faceva strada con band del calibro di The Cure.
In realtà il Rock non ha tempo ed i Claytoride lo hanno capito,
suonandolo a proprio piacimento con la propria personalità.
I brani contenuti nell’album sono sette e tutti di buona levatura,
anche se personalmente protendo più verso la conclusiva title
track “Wine & Chamber”.
Questo esordio non fa gridare a nessun miracolo, piuttosto fa vivere
la musica con piacere e spensieratezza, quella che sempre più
spesso viene a mancare in questa nuova società che sempre meno
si sa stupire e divertire. Per i più curiosi dico anche che
nel 2012 pubblicano l'ep “Age Of Innocence”. MS
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