Sul
passato dei Codeina c’è poco da dire, sono un trio della
zona di Milano al debutto discografico e alle spalle hanno una storia
uguale a quella di migliaia di altre band, per cui passo subito alla
musica contenuta nel cd.
Il disco parte senza tanti fronzoli con un attacco frontale, il brano
è “Ridi Pagliaccio”, che non ha nulla a che fare
(credo) con l’opera di Leoncavallo e nemmeno col disco di Mina,
perché i Codeina sono una band vulcanica, che erutta potenza,
spesso Lo-Fi, tra post grunge, stoner e qualche accenno di screamo,
un mix abbastanza personale, anche se non suona del tutto riuscito.
La title track mi fa venire in mente anche il gothic punk più
cattivo, il basso spinge con grande forza e si sente che la band ha
qualcosa da dire, anche se il cantato non convince. Non male il riffing
ipnotico di “E’ Tutto Grasso che Cola”, ancora in
grande evidenza la sezione ritmica che sostiene sempre molto bene
i pezzi, ma ancora una volta è il cantato che smorza il risultato.
La scelta del Lo-Fi non è dichiarata, potrebbe essere legata
al basso budget della produzione, ma a me sembra che la band abbia
scelto di proposito questo tipo di linguaggio, che a me non dispiace
affatto, peccato per il cantato. Qualche brano propone delle partiture
fra il psichedelico e lo shoegazer, ma la matrice stoner e post punk
è sempre quella predominante.
Non dobbiamo dimenticarci che si tratta di un debutto e che il gruppo
viene dall’underground italico, detto questo ci troviamo di
fronte a tre musicisti che hanno scelto una percorso musicale che
difficilmente paga nel nostro paese. Molte idee mi sono piaciute,
il risultato finale però è sicuramente migliorabile,
quindi speriamo che il gruppo possa presto riprovarci con qualche
mezzo in più a disposizione. GB
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