Sito: www.comewithreverse.com/www.mislealia.com/come-with-reverse.bandcamp.com
Il tema dell’eredità “sisteriana”è
sempre aperto, ed argomento suscettibile di provocare reazioni opposte
a seconda dell’inclinazione e delle simpatie dell’interlocutore.
L’approdo a sonorità più “convenzionalmente
rock” sancito da “Body and soul” e da “First
and last and always” determinò principalmente la condanna
ad “untore” di Wayne Hussey, dai più indicato come
principale responsabile di tale svolta. Personalmente, all’epoca
non mi schierai, anche e sopra tutto perchè non trovavo conforto
in un confronto con qualcuno che tale materia la conoscesse. Ma non
importa. Quello che conta è che i Come with reverse, da Salonicco
(città che ospita diverse realtà interessanti) abbiano
pubblicato un disco di solido gothic-rock, prendendo a riferimento
non solo i SoM del periodo ‘84/’85, ma anche quella “zona
oscura” che segna il passaggio dai Sisters (“ala”
Hussey) ai The Sisterhood (di Hussey/Adams), nome poi che l’astuto
Eldritch scippò al collega con mossa repentina (un vero e proprio
colpo di genio!). Ed a tal proposito vi invito a cercare, ed a leggere,
l’eccellente “At war with the Gods” di Alex “Mish”
Daniele, la più esaustiva biografia mai pubblicata sulla Missione
e sui suoi “monaci”.
“Composing serenity” assembla dodici episodi di goth-rock
oscuro sì, ma pronto ad aprirsi in cavalcate ariose, che i
Come with reverse interpretano con personalità e competenza,
si ascoltino “Serenity”, “All that love”,
“Sullen look”: gli intrecci delle chitarre, l’impetuoso
assalto della batteria, il basso che pulsa, cuore ingabbiato che pare
voler esplodere, eppoi la voce, profonda, avvolgente come un drappo
di seta che vi serra la gola. Discreti inserti elettronici irrobustiscono
trame adulte, l’atmosfera si appesantisce, i Fields of the Nephilim
meno “aspri” si pongono come ulteriore modello di riferimento,
“Composing serenity” procede lesto e senza esitazioni
fino all’epilogo.
Uno dei dischi più interessanti pubblicati negli ultimi anni,
segno di una scena che, pur ormai distante dai passati fasti, sa ancora
proporre elementi di indubbio valore, e che la giovane ma attenta
Mislealia Records (“casa” di Into the Mist e Fading Rain)
ha pubblicato sotto le sue insegne, reiterando una formula ed un suono
dei quali non possiamo proprio fare a meno, e non accusateci di nostalgia!
AM
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