Rock Impressions

I Compagni di Baal
I COMPAGNI DI BAAL - I Compagni di Baal
Jolly Roger Records
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Heavy Prog
Support: CD - 2012


Ricordo con estremo piacere ed anche con un poco di nostalgia, quando negli anni '70 la musica sapeva colpire la mente, cioè non solo emozionare per il suono, ma anche per l'immaginario che spesso portava con se. Il Rock viatico di contestazione, ma anche stile di vita o narratore di storie assurde e a volte anche esoteriche. Il Doom dei Black Sabbath oppure l'Heavy Prog dei Black Widow e anche l'oscurità demoniaca dei Jacula o Antonius Rex...insomma un mondo oscuro e ricco di fascino, quello che proviene da ciò che non si comprende a pieno e che spesso ci spaventa. L'arte della paura, non è semplice da raccontare, eppure nel tempo abbiamo avuto nobili protagonisti. Anche oggi molti sono gli emuli, spesso anche con risultati più che dignitosi, basta fare alcuni nomi per capirci, L'Impero delle Ombre, Il Segno Del Comando, Malombra, Standarte, Pentagram, Akron, Areknames, insomma una nutrita e folta brigata.

I Compagni Di Baal sono un quartetto marchigiano, con Luca Finaurini alla voce, Daniele Carnali alle chitarre, Diego Brocani al basso e Giorgio Pantaloni alla batteria. In questo debutto discografico non a caso incontriamo anche due componenti dell'Impero Delle Ombre, John Cardellino (voce narrante) e Stefan Seclì (organetto-tastiere).

Quindi musica Heavy Prog, anche dal profumo anni '70 e con richiami ad altre band nostrane, colonne portanti del Progressive Rock italiano, come ad esempio il Banco Del Mutuo Soccorso, curioso anche il verso ad uno dei loro pilastri della discografia, quel "R.I.P." che non solo apre la carriera discografica alla band romana, ma anche questo esordio marchigiano.

"R.I.P." tuttavia qui non ha niente in comune con quella del Banco, suono oscuro ed Heavy con un refrain accattivante e supportato da un buono solo di chitarra elettrica nella fase centrale, le tastiere sono semplicemente in sottofondo e d'accompagnamento a differenza del lavoro primario che invece Nocenzi svolge nel Banco.

Metal, di questo si tratta, di media fattura con una voce che non tenta di strafare e ben racconta le vicissitudini a tratti anche introspettive. Decisamente movimentata e dalle basi Sabbathiane "L'Orrore Che Abita In Me", questa volta le tastiere giocano un ruolo più marcato, emulando alcuni fraseggi cari anche al mai troppo compianto John Lord dei Deep Purple. Questi che sto mettendo sono soltanto dei paletti per dare riferimenti sonori a voi che leggete, ma nella realtà i Compagni Di Baal hanno dalla loro una spiccata personalità, per cui solo schegge sonore che richiamano i sopra citati gruppi e non veri e propri plagi, questo sia bene inteso.

"Oltre La Luna" ha un sound più moderno all'inizio, ma ancora una volta le tastiere ricordano che le basi vengono da lontano. Canzone orecchiabile che alterna passaggi tecnici di buona fattura a momenti più semplici e di facile memorizzazione. Ancora una volta sottolineo l'assolo di chitarra e questo lo ribadisco con fermezza perché negli ultimi anni il buon 60% delle band nostrane che ho ascoltato, non ne fanno quasi più!

"Tra Potere E Libertà" rallenta i ritmi e cambia voce, quella di Diego Brocani, situazione sonora differente, più evocativa, profonda, intrigante e se vogliamo anche più epica, in essa si osa ulteriormente e qui i Compagni mi piacciono maggiormente. "Icolanibai" è una breve strumentale pacata, suonata con la chitarra su sottofondo di tastiere e che porta alla successiva "Nell'Oscurità. Qui la band torna a fare se stessa, salvo lasciarsi trasportare da un breve assolo di tastiera di matrice assolutamente New Prog. Cambi di tempo ed umorali, proprio come il Prog ci racconta, si evidenziano anche nella massiccia "Sepolto Sotto Un Cielo", altra piccola perla di questo disco. Palese il divertimento della band nel suonare questo brano e direi anche contagioso! Chiude "La Danza Del Sangue", una chitarra acustica incomincia le danze, per poi lasciare spazio ad una sorta di semi ballata, in essa molti potrebbero riscoprirci i primi Litfiba, ma è soltanto un attimo, poi le chitarre elettriche riportano il tutto nei binari del discorso intrapreso, fra fughe e rallentamenti.

I Compagni Di Baal (nome estrapolato da una serie televisiva francese del 1968) sono una piacevole sorpresa, un debutto interessante, in quanto ben equilibrato, fra semplici ritornelli e buoni assolo. Un lavoro che denota anche spigoli da smussare, certi richiami forse troppo inflazionati, resta il fatto che scorre bene e questo è un fattore più che positivo. Non resta che attendere buone nuove, per capire se sono una realtà o un altra band italiana (sarebbe l'ennesima) da una botta via, io però ci credo, perché sono decisamente sopra la media. MS


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