Vi
abbiamo presentato questa formazione italo americana nella precedente
recensione, dopo tre anni li ritroviamo con questo nuovo cd, la formazione
è invariata, mentre ricca è la lista degli ospiti, che
non mancavano anche nel titolo precedente, ma erano molti meno. Fra
i nomi che riconosco c’è quello di Andrea Franceschetti
e Carlo Poddighe dei Cek Deluxe (che per la verità avevano
collaborato anche al disco precedente, anche se in misura minore).
Il nuovo cd dei Cozmic Mojo si distacca dal precedente, è più
moderno e meno blues rock, in questo senso la musica dei CM ha subito
un’evoluzione che inizialmente lascia un po’ sorpresi,
anche se è più che normale e legittimo che una band
si evolva. In particolare è il primo brano “Soundtrack”
che spiazza un po’ per il suo ritmo quasi dance, in se non è
neanche male, solo che non mi aspettavo un cambio così radicale,
poi c’è sotto un lavoro di chitarra che sistema un po’
le cose, in particolare ho gustato l’assolo. “Everything’s
Alright” è molto orientaleggiante, ricorda un po’
gli Zeppelin. La ballata “Pan” è ai limiti del
jazz rock, si salva per la voce della Lee. Molto bella “Yes”,
dominata da un violino penetrante a cura di Stefano Zeni, un brano
che mi ha davvero conquistato. “Frank” è molto
strana, quasi newyorkese, se capite cosa intendo, moderna e piena
di tensione. Ma le atmosfere cambiano molto e rapidamente in questo
disco, dando vita spesso a soluzioni di difficile catalogazione, come
“Box Song”. Comunque tutto il disco continua proponendo
sempre soluzioni nuove rispetto ai brani precedenti, qualcuno è
riuscito meglio di altri, in questo c’è una certa discontinuità,
ma tutto conserva una buona forza espressiva e la voglia di non essere
mai scontati.
I Cozmic Mojo sono una band che si sforza di fare musica non convenzionale,
forse questo potrebbe non ripagarli di tanto impegno, ma ovviamente
hanno tutto il mio plauso. GB
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