È
da oltre vent’anni che il chitarrista cantante Hansi Cross propone
la sua musica e nella sua discografia conta circa nove titoli compreso
il presente, anche se confesso che è la prima volta che lo
incontro, ma la notizia più rilevante è che Hansi ha
rischiato seriamente di non poter più fare musica, perché
ha subito una grave forma di perdita di udito, infatti il suo lavoro
precedente, Playgrounds, risale al 2004 e il nostro ci ha messo oltre
due anni per guarire.
Cross nel comporre la sua musica si ispira ai grandi nomi del prog
sinfonico e ascoltandolo ritroviamo molte suggestioni, anche se la
sua proposta non è priva di originalità. “Universe
Inside” apre subito con un riff di tastiere molto americano
e delle ritmiche nervose, ma poi subentra un gusto settantiano quasi
scolastico, la melodia è molto bella e suggestiva, si respira
un immenso amore per il prog. L’eterea “Animation”
è più vicina a certo new prog, i tappeti di tastiere
si fanno poesia, con ottime melodie vocali a sottolineare il tutto.
“Innocence” è un brano lungo, quasi interamente
strumentale, che contiene un po’ di tutto, un vero compendio
per ogni amante del prog. “Hope” è un brano atmosferico
dominato dalla chitarra, un po’ pinkfloydiano, ma che mi convince
poco. “Chameleon”, così come “Magnifico Giganticus”
non aggiungono molto a quanto ascoltato e anche la conclusiva “Eternity”
definisce meglio gli intenti di Hansi, ma senza stravolgerne le linee
che hanno guidato il nostro nella composizione di questo album.
Questo disco è un buon esempio di prog, ma questo è
anche il suo limite maggiore, per quanto sia piacevole da ascoltare,
non fa quel passo in più da renderlo veramente interessante.
Ben suonato, ben composto, ben arrangiato, ma in fondo è un
prodotto di nicchia, buono solo per gli appassionati del genere. GB
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