Il nome di Beppe Crovella, tastierista torinese, è noto agli appassionati di prog e di jazz rock, per aver fatto parte degli storici Arti & Mestieri, uno dei gruppi più originali della nostra scena settantiana, in seguito Crovella ha lavorato molto per la televisione, componendo musiche molto diverse, utlizzate per documentari, cartoni animati e altro, ottenendo vari consensi, ma Beppe non ha mai dimenticato il suo amore per la musica sperimentale ed eccolo con questo nuovo lavoro, un disco dedicato alla musica e alle intuizioni di Mike Ratledge, lo storico tastierista dei Soft Machine. Quindi questo disco è prima di tutto un atto d’amore.

Bisogna notare subito che tutte le tastiere usate per la realizzazione di questo disco sono orgogliosamente “vintage”, non ci sono diavolerie elettroniche, ne analogiche tantomeno digitali, ma possiamo ascoltare il famoso mellotron, il fender rhodes, l’hammond e altre tastiere coi loro suoni originali e soprattutto veri, suoni che hanno un calore e un colore inimitabili. Ecco allora che inizia un vero e prorpio viaggio in un mondo particolarissimo di tasti d’avorio.

Il disco è strumentale ed essendo suonato solo con le tastiere non è proprio immediato, inoltre Crovella non cerca di compiacere l’ascoltatore con melodie facilmente memorizzabili, piuttosto lo guida in un percorso dal fascino spaziale, sembra infatti di ascoltare più i lavori di Klaus Schulze, i brani sono introspettivi e vagamente oscuri, con dei suoni decisamente affascinanti. Le traccie sono sedici e ognuna sembra voler raccontare una storia, con una componente di improvvisazione piuttosto elevata, quasi come se si trattasse di musica medianica.

I lavori targati Moonjune hanno tutti un taglio sperimentale molto marcato e spesso sono impegnativi, ma se si comincia ad entrare in questo mondo se ne ricavano soddisfazioni difficili da raccontare a parole, Beppe ci riesce invece benissimo con le sue fantasmagoriche tastiere. GB

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